Se si pensa a Siena il collegamento con il Palio viene spontaneo, ma quanto realmente si conosce questa celebre corsa di cavalli?
Vi siete mai immersi tra le sue usanze e tradizioni?
Iniziamo dicendo che il Palio si corre due volte l’anno e ogni anno, ovvero ogni 2 luglio e il 16 agosto, in Piazza del Campo. Esso è in onore delle celebrazioni della Madonna di Provenzano e dell’Assunta. Per i senesi però non è solo questo, c’è molto di più. Bisogna andare indietro nel tempo per conoscerne la storia che rasta comunque molto misteriosa. Posso dirvi che le corse di cavalli sono tra le attività più antiche e già diffuse in epoca etrusca e romana e che la corsa è così regolamentata dalla prima metà del ‘700 grazie alla Granduchessa di Toscana: Violante di Baviera.
Il Palio è il momento culmine di un evento lungo 365 giorni e che muove gli animi senesi sin dalla loro nascita.
Siena è divisa in 17 Contrade, ognuna delle quali ha un “popolo” composto di individui “battezzati”, nulla ha a che vedere con il battesimo religioso, è solo un rito di iniziazione, se così lo si può definire. E’ l’inizio di una storia che lo accompagnerà per tutta la vita. La contrada ricopre quindi un ruolo sociale ed identitario, ad essa si sarà per sempre legati e sarà come una seconda famiglia nella quale crescere, da frequentare e con la quale condividere feste e ricorrenze. Ognuno ricoprirà volontariamente un ruolo che sia politico piuttosto che assistenziale; dal prendersi cura dei più piccoli al cucinare, dal cucire e rammendare le monture ad organizzare eventi sportivi o culturali. Tutti però sapranno alla perfezione i suoi canti e ad alcuni sarà svelato il segreto del gioco della bandiera e quello del tamburo.
Ebbene si, ogni contrada è da immaginare come una città a se stante con un proprio popolo, statuto, feste, rituali, capi “politici” e via dicendo. In contrada si partecipa alle assemblee popolari, si vota e si discute su come preservare la propria identità nonostante il trascorrere del tempo.
Nel territorio di contrada sarà pertanto possibile perdersi tra gli stretti vicoli fino a giungere davanti alla fontana, la società, il museo, l’Oratorio e la stalla. Proprio quest’ultima è interessante perché nel rione il cavallo è il vero re e qui viene accolto e accudito come tale. Ogni contrada ha i suoi addetti al cavallo e i luoghi idonei per tale attività, così che nei giorni della corsa l’animale possa sempre trovare un luogo di ricovero e una famiglia che lo coccoli, lontano dalle trafficate vie del centro o occhi indiscreti.
Amore credo sia il termine migliore per descrivere tale tradizione perché è ciò che lega tante persone e le stimola a preservare nel tempo la propria identità, ma essa è anche una scuola che educa a rispettare l’altro e gli animali. Effettivamente può vincere il Palio anche un cavallo scosso, ovvero senza fantino, magari perché è scivolato giù durante la competizione.
17 colori, 17 canti, 17 feste patronali, 17 territori, 17 musei, 17 oratori e la lista con il 17 potrebbe andare avanti all’infinito…
ma si corre solo in 10, questo è ancora una volta un regolamento che tuteli gli animali viste le strette dimensioni della piazza e lo spazio adibito alla corsa.
Molti libri sono stati scritti, tante foto scattate, tanti video girati, ma nessuno di questi sarà sufficiente a descrivere il Palio e tutto ciò che vi sta dietro. L’invito è pertanto quello di venire a Siena e lasciarvi trascinare dagli eventi e il suo allegro popolo.