Dove sei stato in vacanza? All’Isola Memmia.
Potreste sentirlo dire a qualche padovano che non è ancora andato in ferie e che ama sdraiarsi all’ombra di uno degli aceri ricci che oggi arrichisce appunto l’Isola Memmia.
Ma dove si trova di preciso? Non si tratta di un luogo lontano, un’isola con spiagge bianche e circondata da un mare cristallino ma si trova proprio nel cuore di Padova e dei padovani: è l’isola al centro del Prato della Valle, semplicemente “Il Prato” per i frequentatori, una delle piazze più ampie al mondo.
Da sempre luogo privilegiato dell’incontro, fin dal medioevo quand’era la sede del mercato e vi si svolgevano i giochi e le corse dei cavalli occasione speciale per mettersi in mostra, ma anche nel Settecento quando si svolgevano le corse sulle bighe, le famose Padovanelle, l’evento dell’anno cui non si poteva mancare.
Ancora oggi è sede di eventi speciali: vi si svolge il famoso mercato dell’antiquariato che attira, ogni terza domenica del mese, migliaia di persone o il Mercato dei Popoli, in maggio, che ci porta in giro per il mondo facendo solo qualche passo, ci si viene per il gelato “storico”, per pattinare o stare semplicemente seduti ai piedi di una statua e conteplare il paesaggio o il passaggio.
Il Prato della Valle è Padova, con i suoi quasi 9 ettari, è uno dei simboli della città.
L’immagine odierna è frutto della trasformazione di fine ‘700. È detto il “Prato senza erba”, e ne rimane a ricordo solo un po’ ma nella parte centrale, appunto nell’isola Memmia, così chiamata in onore di Andrea Memmo, patrizio veneziano e provveditore della Serenissima a Padova. Egli volle riqualificare l’area con un progetto grandioso. Ogni giorno guardava il Prato della Valle (si chiama così dal ‘200) dalla sua abitazione, Palazzo Angeli, in uno dei lati di questa immensa zona che all’epoca era disordinata.
Lo immagina magnifico, con un’isola al centro decorata da tantissime statue e quattro ponti e tutt’intorno un anello d’acqua. Nacque così il Prato della Valle, arricchito di ben 78 statue (erano molte di più…vi racconterò che fine hanno fatto) qualche errorino l’ha fatto… aimè ha nascosto un’opera preziosa, i resti del teatro romano, lo Zairo ma dispiacere giustificabile data la bellezza dell’opera e le emozioni che regala attraversandola.
Palazzi magnifici lo circondano, dal quattrocentesco Palazzo Angeli dove visse proprio Andrea Memmo, la Loggia Amulea, oggi solo la facciata ci ricorda che il cardinale Amuleo creò qui un collegio per studenti, l’imponente Basilica di Santa Giustina, la tredicesima al mondo, chiude uno dei lati con la sua maestosa facciata incompleta, la casa dove nacque la poetessa Aganoor che dedicò al Prato dei versi commoventi.
Ma non è l’unica, anche Gabriele d’Annunzio dedica parole al nostro Prato incise oggi in una lapide sulla facciata di uno dei palazzi che lo cingono.
Dietro a tanta bellezza potremmo però scoprire che ci sono dei segreti, fu infatti il teatro di un violento fatto di sangue, l’uccisione di un rivoluzionario nel ‘500, oppure potremmo finalmente risolvere l’enigma della statua mancante, o cercare di scovare i simboli massonici, apparentemente nascosti ma ben visibili all’occhio più attento.