Firenze non si tira indietro davanti all’arte contemporanea ed accoglie il celebre artista francese JR, il quale propone una riflessione sull’accessibilità ai luoghi della cultura nell’epoca del Covid-19, cambiando per un attimo il volto rinascimentale dell’imponente Palazzo Strozzi.
28 mt di lunghezza, 33 di larghezza conta l’istallazione chiamata: La Ferita
È monumentale ed ancora più monumentale e suggestiva è osservarla da vicino, nella medesima Piazza fiorentina, soli dove l’eco delle nostre emozioni fanno da protagonista.
Soli…. Perché soli?
Firenze, come tutte le città d’arte di Italia stanno attraversando da oltre un anno la pandemia da Covid-19, e tutto ciò che ne consegue: solitudine, arresto, arresto del turismo, del commercio, delle nostre vite… Di tutto.
Una Firenze malinconica, in attesa di, ma non per questo una Firenze che si arrende.
Ed è proprio questo il messaggio che si legge osservando l’opera e sentendo ciò che essa ci trasmette.
È costruita come un anamorfismo, un gioco illusionistico in cui, osservando da un preciso punto di vista si aprono, davanti ai propri occhi, diversi ambienti del Palazzo storico. È una ferita, un taglio che entra e che spacca il Palazzo.
E lo spaccato non è solo architettonico, è dell’anima e del mondo artistico-culturale nel quale siamo ancora oggi immersi. Tuttavia non deve essere necessariamente una ferita negativa, ma può esser letta anche come uno squarcio che con ferma volontà si apre, si mostra ed entra dentro di noi, come allo stesso modo lo fa nel Palazzo, e ci fa conoscere l’arte in maniera diversa. Del resto è proprio ciò che sta accadendo da un anno a questa parte.
Essa mostra la sua magnificenza, la sua grandezza, la sua bellezza, il suo spirito e la sua conoscenza attraverso una lettura dal basso verso l’alto.
Le iconiche colonne, simbolo di antichità e dell’essere soprannaturale.
La statua centrale (ratto delle Sabine, del Giambologna) mostrando le tre età dell’uomo, ci pone di fronte alla voracità con la quale in questo anno l’arte e i nostri spazi ci sono stati strappati via, senza trovar soluzione.
Alle pareti i quadri più famosi di quel Rinascimento che tutti noi stiamo aspettando: Venere e Primavera (Sandro Botticelli) simboli di rinascita e di prosperità. Questa primavera che si è solo fermata per un istante ma che tutti noi attendiamo con fervore. Poi la nascita, la ri-nascita, come la Venere che arriva spinta dalla spuma del mare.
In alto, un ultimo spaccato di spazio interiore: la conoscenza rappresentata dalla scala che porta ai libri, al sapere, al cercare al rinnovare, invitano a non fermarsi mai.
E per finire…il Cielo.