Indubbiamente è uno degli edifici più fotografati di Roma, uno dei palazzi più centrali della città, una delle meraviglie architettoniche dell’Urbe.
Sto parlando di Palazzo Venezia, qualcosa che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia di Roma a causa degli uomini che hanno vissuto o lavorato nelle sua pregevoli stanze. Conoscendo più da vicino Palazzo Venezia, infatti, si può ripercorrere la storia moderna della Città Eterna, dal Quattrocento sino a tempi a noi molto più recenti. Si può entrare in contatto con nozioni di architettura e cultura, di arte e bellezza.
Vediamo assieme, allora, il fantastico Palazzo Venezia di Roma.
Partiamo dall’inizio, da quanto l’edificio fu costruito circa nella prima metà del Quattrocento. L’artefice vero dell’idealizzazione fu il potente e facoltoso cardinale veneziano Pietro Barbo, uomo risoluto che volle trovare una dimora degna del suo rango nel cuore stesso della città. Dopotutto siamo in quella che oggi, proprio grazie a questo edificio, è chiamata Piazza Venezia.
Ciò che colpisce di Palazzo Venezia è la sua particolare forma, poiché ricorda infatti, in alcuni suoi elementi, una sorta di castello medievale. Vediamo delle merlature ad esempio, nonché una torretta angolare. In realtà, però Palazzo Venezia è, a tutti gli effetti, un simbolo del passaggio architettonico da una tradizione tipicamente medievale ad un’innovazione rinascimentale. Il corpo centrale di Palazzo Venezia, infatti, gira attorno ad uno straordinario cortile porticato che ricalca in pieno gli antichi viridari romani, in uno sguardo attento al passato della civiltà romana tipica del rinascimento. Questo mix architettonico, creato probabilmente su progetto del celebre Leon Battista Alberti, rende Palazzo Venezia unico nel suo genere, una sorta di ponte storico ed architettonico tra passato remoto e presente rinascimentale.
Questo ponte, poi, è oggi espresso anche dal grandioso museo ospitato nelle sale di Palazzo Venezia, un museo la cui larga e pregevole collezione (che va da manufatti bizantini e medievali, da tele cinquecentesche a bronzetti seicenteschi) merita ben più di un’occhiata. Dopotutto già il cardinale Pietro Barbo, grande amante dell’arte nonché mecenate, era anche un raffinato collezionista. Non perdeva occasione per usare le sue ingenti risorse finanziarie per acquistare mirabilia di tutti i tipi. Non è un caso se Sisto IV, pontefice della seconda metà del Quattrocento, incamerò la pregevolissima collezione di Pietro Barbo che, tra le altre cose, accrebbe il suo prestigio quando fu eletto Papa con il nome di Paolo II. E non disdegnò minimamente di soggiornare spesso anche qui, in un Palazzo Venezia che, dunque, fu anche residenza pontificia.
Ma la nostra storia prosegue quando, dopo la morte di Paolo II, l’edificio fu scelto dalle ambascerie veneziane come luogo di rappresentanza.
Qui, dunque, gli ambasciatori dell’antica Repubblica di Venezia soggiornavano in attesa di incontrare il pontefice o membri della corte pontificia.
Da qui dunque deriva l’attuale nome di Palazzo Venezia il quale, però, oltre ad essere legato a uomini facoltosi e ad incredibili meraviglie artistiche è, a tutti gli effetti, intimamente in relazione con la storia recente italiana. Non dimentichiamoci infatti che l’edificio fu scelto come sede del Gran Consiglio del Fascismo. I suoi saloni principali, che oggi si presentano con gli affreschi novecenteschi, ospitarono le numerose riunioni tenutesi dal partito fascista, anche e spesso con la presenza di Mussolini. Per tale ragione Palazzo Venezia fu spesso immortalato da video storici, soprattutto in occasione dei discorsi pubblici del Duce che, affacciandosi dal balcone settecentesco posto più o meno al centro di Palazzo Venezia, arringava la folla sottostante. I saloni dell’edificio quattrocentesco, dunque, furono testimoni di eventi molto importanti per la storia d’Italia, come quando nella notte del 24 Luglio 1943 venne confermata la defenestrazione politica di Mussolini.