Roma è la città dell’acqua, degli acquedotti e di uno storico fiume, il Tevere, il cui rapporto con la città è stato di amore e odio. Ma, ovviamente, laddove c’è un corso d’acqua ci sono anche dei ponti, e Roma certamente non fa eccezione. Anzi, ciò che maggiormente colpisce è che nella Città Eterna vi sono ponti praticamente millenari, ponti storici, ponti ricostruiti ed abbelliti, ponti molto curiosi ed interessanti.
E tra essi oggi vorrei parlare di Ponte Sisto, uno dei più belli di Roma.
Innanzitutto, Ponte Sisto è intimamente legato ad un pontefice che ha fatto la storia di Roma, Sisto IV. A lui, ad esempio, dobbiamo l’inizio della splendida decorazione pittorica della Cappella Sistina, mentre sempre a lui dobbiamo la ricostruzione di un ponte del III secolo d.C. che, alla fine del Quattrocento, durante il suo regno, doveva essere inservibile ed assolutamente da risistemare.
Così papa Sisto IV, nell’ambito della sua renovatio urbis, una politica incentrata sul rinnovamento (architettonico, culturale, urbanistico), della Città Eterna, nel 1473 diede il via al cantiere per la ricostruzione di questo antico ponte. Due anni dopo, in tempo per l’apertura dell’anno giubilare del 1475, Ponte Sisto fu completato, dando così l’opportunità ai romani, ma soprattutto ai pellegrini, di raggiungere più agevolmente l’altra sponda del Tevere, laddove sorge ancora oggi, tra le altre cose, la Basilica di San Pietro.
Ma la storia di Ponte Sisto non finisce qui. Si pensi a quante volte il ponte romano, prima della ricostruzione ad opera di Sisto IV, fu distrutto e ricostruito più di una volta, a seguito delle piene del Tevere. Tanto che, nel corso dei secoli, i cittadini di Roma chiamarono questo ponte in vari modi: Pons Ruptus, Pons Fractus o Pons Tremulus. Si comprende, dunque, come il Tevere svolga un ruolo importantissimo nella vita di Ponte Sisto, un ruolo chiaramente comprensibile guardando meglio la struttura del ponte stesso.
Infatti, oltre all’interessante origine di Ponte Sisto, al nome ed all’evento importanti a cui è legato, è curioso anche l’aspetto di un’opera ingegneristica che, al suo centro, ha un grande foro circolare. Il motivo? Era usato per controllare il livello delle acque del Tevere, come una sorta di monito per tutti i cittadini romani. Qualora l’acqua avesse raggiunto il foro significava una cosa sola: il fiume era praticamente in piena. Da qui nacque un proverbio, tutto romano, che recitava così: “sò dolori se l’acqua arriva all’occhialone”. Fondamentalmente non è cambiato molto, poiché ancora oggi è così.
Il Ponte Sisto a Roma
Un’ultimissima curiosità riguarda la memoria storica di Ponte Sisto, legata indissolubilmente alla figura di papa Sisto IV. Ancora oggi possiamo leggere l’effigie ufficiale lasciata ai posteri e dettata proprio dal pontefice il quale, augurando il meglio possibile a tutti coloro che avrebbero attraversato il nuovo ponte da lui voluto, lasciò scritto quanto segue:
“Tu che passi grazie al beneficio di Sisto IV, chiedi alla divina Provvidenza che ci conservi a lungo e in buona salute questo pontefice ottimo e massimo e che pure tu, che rivolgi questa preghiera, stia bene, chiunque tu sia”