Roma

Il Facchino di Via Lata: uno, nessuno e centomila

michele lacriola
di Michele Lacriola

A Roma, le statue parlano. Prima ancora che l’idea di stand up comedy esistesse, dal XIV secolo la città aveva i suoi comici irriverenti: Pasquino, Marforio, Lucrezia, Babuino, Abate Luigi e Facchino. Le loro battute sono divenute leggendarie, chiunque le conosce. Non ci credete? Avete mai sentito la battuta “Ma davvero i francesi son tutti ladri? Non tutti, ma Bonaparte”? Oppure “Quel che non fecero i barbari, fecero i Barberini”? Fanno parte del repertorio degli scritti satirici che comparivano appese al collo o ai piedi delle sei statue e rivolti contro il potente di turno: papi, cardinali, ambasciatori e imperatori, nessuno sfuggiva a questi implacabili motteggiatori.

Pasquino roma

Il Facchino di Via Lata

Pasquino è il più famoso e irriverente di questa combriccola che i romani chiamano “Circolo degli Arguti”. All’estremo opposto abbiamo invece Facchino, la meno loquace e la più sfortunata di queste statue chiacchierine, oltre che la più giovane (e lui nasce nel 1580!). Il nostro amico vive in pieno centro, in via del Corso, ma gli piace restarsene in disparte in via Lata, dove il frenetico via vai di turisti e amanti dello shopping non lo raggiunge. Un paio di secoli fa lo avreste trovato ancora sulla facciata del palazzo del marchese De Carolis Simonetti (oggi Banco di Roma), ma nel 1874 preferì spostarsi nella più tranquilla via che oggi lo ospita. Perché? Beh, per via della sua identità. Già, ma qual è la sua identità?

Proprio come il nonno di Heidi, anche i romani non sanno bene quale sia il suo vero nome. Ci fa sapere il famoso architetto Vanvitelli che un tempo esisteva una targa che dava un nome ed un cognome al nostro Facchino, quello di Abbondo Rizio di professione facchino. Peccato che lui sia un acquaiolo. Probabilmente era un passaporto falso, visto che Vanvitelli affermava anche che suo padre fosse nientepocodimenoche Michelangelo, anche se più probabilmente il suo vero padre era Jacopo del Conte, pittore meno famoso ma ben conosciuto in zona e che abitava vicino a dove si trovava il nostro Facchino. Non certo un’identità di lustro, insomma. Ma gli andava comunque meglio delle due identità precedenti: Antonio De Dominicis e Martin Lutero. Il primo fu un gesuita fatto imprigionare da papa Paolo V e morto avvelenato, il secondo non ha bisogno di presentazioni.

Pasquino roma

Ma c’è un problema nell’assomigliare a Martin Lutero nella città del papa: la gente ti piglia a sassate! Ecco perché il nostro povero amico ha un viso tanto sfregiato, tanto bersagliato che alla fine è stato costretto a rifugiarsi in una stradina meno in vista, lì dove nessuna avrebbe più potuto disturbarlo. Spezzarsi la schiena, avvelenato o preso a sassate, non conta se Facchino sia stato uno, nessuno o centomila, in ogni caso la Dea bendata non gli ha mai sorriso.

Vuoi saperne di più su di lui e sul Circolo degli Arguti? Contattami e darò sollievo alle tue curiosità!

Guida turistica di  – Michele Lacriola

Michele Lacriola

Salve a te che mi leggi! Mi chiamo Michele Lacriola, sono guida turistica dal 2019. Vivo tra Roma e Bari, mia città natale. Sono dottore di ricerca in Storia contemporanea, per questo mi piace molto scoprire tutti gli aspetti che…
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