Cremona

Ciak si gira: benvenuti a Soncino

Silvia Merico
di Silvia Merico

Ciak si gira!

Guardare, vedere, osservare: è così che gli occhi si trasformano nell’organo masticante la realtà che ci circonda. A volte affamato, a volte pigro e indolente, a volte curioso, indiscreto e insaziabile.

Insomma, c’è sguardo e sguardo, e può saziare gli appetiti più diversi.

E poi c’è lo sguardo che guida, orienta, incanta e sospinge: è lo sguardo del regista –l’affabulatore delle immagini in movimento- che sceglie per i suoi racconti un’ambientazione favorevole alla storia narrata attraverso la telecamera. Oggi le chiamano ‘location’, cioè i luoghi utilizzati per le riprese allo scopo di creare una scenografia idonea.

Numerose sono le pellicole ambientate negli anni in provincia di Cremona e Lodi, partendo da Gli sbandati di Francesco Maselli, girato nel 1955 a Ripalta Guerina, per arrivare al recente Call me by your name di Luca Guadagnino (2017), approdato a Hollywood e premiato con un Oscar (di cui parleremo nel prossimo post).

Ciak si gira: benvenuti a Soncino!

Spesso i luoghi sono immediatamente riconoscibili, come nel caso di Ladyhawke, girato nel 1985 da Richard Donner anche a Soncino (Cr); alcune scene hanno come sfondo la Rocca, luogo che ha vissuto storie di guerre e di difese, di fortificazioni, di torrioni, di cortine murarie ben conservate e fa egregiamente da sfondo a tale film storico dalla trama visionaria e appassionante. Su Youtube si può vedere un breve estratto di circa sette minuti sui castelli dove è stato ambientato il film, tra cui per l’appunto quello di Soncino, insieme a Castell’Arquato e Torrechiara.

Riprese lente e godibili descrivono bene il rivellino, struttura fortificata con ingresso anticamente mobile e attualmente saldato da travi di ferro e massicce tavole di legno. Fu ricostruito insieme al Ponte di soccorso alla fine del XIX secolo da Luca Beltrami, che diresse i lavori di recupero dell’intero complesso.

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La Rocca sforzesca di Soncino (1473) è una delle architetture castellane meglio conservate della Lombardia. La sua edificazione ha inglobato in parte le mura urbiche, di cui ha utilizzato il torrione cilindrico per fondare la torre a sud-ovest a pianta circolare (le altre tre sono a pianta quadrata). All’interno la rocca rivela ancora il fascino antico della piazzaforte; era protetta da un fossato, che sul lato occidentale era sempre inondato (nel film un giovanissimo Matthew Broderick ci finisce pure dentro).

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Si conservano ancora i resti della chiusa che permetteva di allagare anche il lato meridionale e sono visibili le tracce del pontile che consentiva la fuga in caso di attacco nemico. Sul medesimo lato vi è l’unica apertura del forte verso la campagna che permetteva l’accesso a chi giungeva da fuori, questo ponte è tornato in parte levatoio grazie al ripristino del 1975 quando qui sono state girate alcune scene del Marco Visconti di Anton Giulio Majano, una delle prime fiction della Rai.

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Ambientazione più fosca e meno riconoscibile, ma sempre riconducibile a Soncino, presenta Il mestiere delle armi di Ermanno Olmi del 2001.

 

Guida turistica di  – Silvia Merico

Silvia Merico

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Con la mia associazione Il Ghirlo per scoprire arte, storia e cultura di Cremona, del cremasco e del lodigiano.
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