Il campanile di Giotto: che gran problema salvarsi l’anima…
I rilievi del Campanile di Giotto parlano un “linguaggio medievale”, mettono in figura quella che si chiamava la Bibbia dei poveri, si fa uso di immagini molto chiare per gli uomini e donne del tempo, quasi sempre analfabeti, ma che avevano le chiavi di lettura di questo linguaggio visivo che oggi noi riconosciamo con delle difficoltà se non abbiamo avuto modo di studiarlo.
Il Campanile di Giotto, è parte del complesso di Santa Maria del Fiore. Oggi tutti i rilievi esterni della torre campanaria sono copie e gli originali hanno travato riparo dalle ingiurie del tempo nel vicino Museo dell’Opera del Duomo.
Avete mai provato a prendervi un po’ di tempo per girare attorno al campanile e guardare tutti i rilievi? Perché Giotto li ha sistemati proprio in quel modo?
Sembra, dai molti studi condotti a tal proposito, che il piano iconografico sia stato pensato da un teologo, probabilmente un domenicano, che pianificò attentamente la posizione di ogni rilievo anche rispetto agli edifici circostanti.
Dunque… partiamo dal problema più grande: come salvare la propria anima e quella dei propri cari. In Terra si provava a farlo con preghiere e opere, spesso anche concreti finanziamenti per la costruzione di chiese, spedali, ecc.
Ma come ci si poteva elevare spiritualmente dopo il Peccato Originale? Giotto allora da’ vita ad un campanile che elevandosi verso il cielo, illustra la possibile via.
Sono d’accordo con il Prof. Alessandro Barbero nel vedere il Medioevo, e ancora di più questo ultimo periodo, molto meno cupo di come viene comunemente descritto. Il campanile porta con sè l’affermazione dell’essere umano come creatura fatta di pensiero, in grado di usare le proprie forze, in associazione anche con quelle celesti, per trovare la soluzione che lo conduca nuovamente in Paradiso. La teoria iconografica del campanile tratta molti temi: il Paradiso, il Peccato originale e la conseguente condanna al lavoro, l’uomo che sviluppa nuove abilità e competenze grazie alla propria intelligenza e all’aiuto esterno dei pianeti, all’uso delle virtù e la somministrazione dei Sacramenti, poi è la volta dell’intercessione dei saggi e virtuosi Profeti e Sibille che hanno preannunciato la venuta del Salvatore. Poi in alto, sopra il campanile, si trova Dio.
A chiunque al tempo passasse sotto la torre campanaria, tutto questo era estremamente chiaro, e vi sembra ancora un secolo buoio? C’era molta paura certo, ma era anche molto viva la speranza di redenzione.
Chi l’ha effettivamente decorato? Le teorie dei vari studiosi sono molteplici ma, se tutto va bene, Giotto potrebbe avere iniziato la decorazione prima di morire nel 1337, poi abbiamo la mano di Andrea Pisano, del figlio Nino e da Alberto Arnoldi… per poi arrivare al Rinascimento quando saranno le mani di Luca della Robbia, Donatello e Nanni di Bartolo a sostituire o aggiungere alcuni rilievi.