Il borgo antico della città, Città Alta, sorge su una collina (il colle di Sant’Eufemia) circondata dalle poderose mura veneziane (1561-1588), fatte costruire dalla Serenissima per difendere il suo possedimento di terraferma posto più ad Ovest. Venezia governò Bergamo dal 1428 al 1797.
Dal 2017 le Mura di Bergamo fanno parte del patrimonio UNESCO come parte delle opere di difesa veneziane.
E’ una forte esperienza sensitiva camminare sulle Mura, ammirarne l’architettura militare e godere la magnifica vista sulla pianura: ai piedi la città moderna (Città Bassa), i borghi e paesi a far da cintura, il solitario monte Orfano verso Brescia, e poi, nelle giornate limpide o dopo un temporale, si distinguono con esattezza gli Appennini a Sud e i profili dei grattacieli di Porta Nuova a Milano ad Ovest.
Si entra in Città Alta attraverso una delle quattro porte di accesso: Sant’Agostino, San Giacomo (pedonale), Sant’Alessandro e San Lorenzo (poi ribattezzata Garibaldi in omaggio all’eroe che qui passò l’8 giugno 1859). Vi è un quinto ingresso, quello della funicolare (fra le prime in Italia, aperta nel 1887), che in pochi minuti già porta a un cambiamento d’atmosfera. Perché è il cambio d’atmosfera che caratterizza Città Alta: piazza Mercato delle Scarpe (la stazione di arrivo), con le sue cinque vie che si dipartono, è un invito a lasciarsi guidare.
Seguire Via Gombito, con l’alta torre medievale (una delle tre rimaste in piedi), la via dello struscio e giungere subito al cuore della città antica, Piazza Vecchia? Oppure andare per via Donizetti, più defilata, con una cortina ininterrotta di case medievali e il più bel palazzo rinascimentale della città, oggi sede universitaria? Infine, perché non dirigersi verso est, in via Porta Dipinta, dove bei palazzi patrizi si susseguono, fino ad arrivare alla modesta (dall’esterno) chiesa di San Michele al Pozzo Bianco nella quale Lorenzo Lotto nel 1525 raffigurò le storie della Vergine durante il suo soggiorno a Bergamo, con quel bianco accecante della veste della Madonna che solo lui riusciva a dipingere?
Piazza Vecchia è il cuore di Città Alta.
‘’Una delle più belle piazze d’Italia’’ secondo Le Corbusier, che qui venne negli anni Venti. Una piazza aperta da Venezia, pensata per la vita sociale della città, con il bianco palazzo della biblioteca di progetto palladiano a nord, il medievale palazzo del Podestà con la torre civica a Ovest, e l’imponente, romanico palazzo della Ragione a Sud, che, in occasione dell’apertura della piazza nel XV secolo cambiò di orientamento. Si passa sotto le volte del palazzo della Ragione e si giunge in piazza del Duomo, con i gioielli massimi: Santa Maria Maggiore, la Cappella Colleoni, il Battistero e il Duomo.
Santa Maria Maggiore, iniziata nel 1137, è una chiesa a croce greca che non ha la facciata. Per apprezzarne la complessità architettonica romanica, gotica e rinascimentale occorre girarle intorno. Nel Seicento l’interno fu completamente trasformato in nome del nascente stile barocco. Vi si ammirano, fra l’altro, le favolose tarsìe lignee con storie bibliche realizzate da Giovan Francesco Capoferri su disegni di Lorenzo Lotto (1524-1531), un incredibile, fastoso confessionale in noce di Andrea Fantoni (1702), il neoclassico monumento funebre a Gaetano Donizetti di Vincenzo Vela (1855), e una serie di arazzi a coprire le pareti, fra cui una crocifissione del fiammingo Ludwig van Schoor (ca.1697) che sembra fatto ieri tanto è splendente.
La Cappella Colleoni di Giovanni Antonio Amadeo (1472-1477), costruita dopo che il Condottiero ottenne l’abbattimento della vecchia sacrestia della chiesa, è un capolavoro del Rinascimento lombardo, con quelle statue di virtù guizzanti, ancora gotiche, insieme a medaglioni e busti di chiara matrice rinascimentale. Nell’interno, altre alla monumentale tomba di Bartolomeo Colleoni, la cupola fu affrescata da Giovan Battista Tiepolo (1732-1733) con colori luminosi, degno (e ultimo) esponente della grande stagione dell’arte italiana iniziata da Giotto.
Ancora sulla piazza del duomo si affacciano il gotico Battistero (qui riportato nell’Ottocento e messo su un alto piedistallo) e la bianca facciata in stile neoclassico del Duomo. Sotto il duomo sono state scoperte le fondamenta della primitiva chiesa paleocristiana a sua volta poggiante su domus romane. E’ stato ricavato un museo sotto il pavimento del duomo, con un percorso che permette un vero e proprio viaggio a ritroso nel tempo: antiche ceramiche, sarcofagi e calzari medievali, inediti affreschi del tardo Duecento, fino al tesoro.
Dopo la visita al museo è bello perdersi nelle viuzze poco frequentate, a scoprire tracce di affresco, portali di monasteri, chiesine semi nascoste. E anche nelle giornate radiose di sole, il camminare fra le ombrose e silenti viuzze, il respirare quest’aria antica, fa nascere un sentimento d’indistinta malinconia.
Da città ancora poco nota, a luogo conosciuto in tutto il mondo per la pandemia: perché non venire di persona a Bergamo, ora che la situazione è sotto controllo, ad ammirare le sue bellezze, a conoscerne i segreti? Ad esempio, in Santa Maria Maggiore, sulla tomba trecentesca di un cardinale vi è una scultura di grande fascino raffigurante l’Agnello dell’Apocalisse; nella Cappella Colleoni è conservato (nascostamente) un cardellino imbalsamato, molto amato dalla sfortunata figlia del Condottiero, morta appena quattordicenne; senza contare che per secoli si è pensato che le spoglie del generale non fossero nel suo mausoleo, ma disperse…