Camminare a Venezia: tra acqua e… Dove parcheggio?
Uno degli aspetti più interessanti su cui molti vogliono soffermarsi, al di là delle meraviglie artistiche e architettoniche della città è: come si vive a Venezia?
Venezia è una città unica nel suo genere: costruita sull’acqua e completamente priva di automobili, può spiazzare anche il viaggiatore più ferrato.
Nel corso della mia esperienza ho ricevuto molte domande “strane”, verso le quali, all’inizio, era molto difficile nascondere un certo stupore. Negli anni, la situazione è migliorata, non tanto per le domande “strane”, che ci sono e ci saranno sempre, quanto per il fatto che ho capito che la cosa migliore da fare è spiegare senza scomporsi.
“Sono qui in macchina ma non posso più andare avanti!” “Dove parcheggio”? “Io credevo di poter lasciare l’auto in Piazza San Marco!” Ebbene sì, in tantissimi vorrebbero parcheggiare davanti alla Basilica o direttamente in hotel e malcelano incredulità e fastidio quando si fa presente loro che… Non è proprio possibile! Proprio in questo momento vedo abbassarsi un finestrino, qui a Piazzale Roma, termine ultimo di arrivo per autobus e automobili a pochi passi dal Canal Grande. “Mi scusi, lei!”, esclama un avventore al volante “Mi dica!” “Sono 20 minuti che giro in tondo qui e non riesco ad andare avanti! Come mai?” “Non si preoccupi, adesso glielo spiego… Ma mi prometta di non arrabbiarsi!”.
Venezia è una città molto antica, come lo è la sua struttura urbanistica. Venezia è un’isola: anzi, un insieme di isole, per la precisione circa 120, separate da canali di svariate dimensioni e connesse fra loro da più di 400 ponti, di tutti i tipi: in legno, in ghisa, storti, piccoli e grandi invece come i quattro che attraversano il Canal Grande, la via d’acqua principale che, con la sua forma di “S” rovesciata, divide in due parti la città. Venezia nasce da numerosi centri nuclei di comunità che nel corso dei secoli si sono avvicinati e uniti. Prima che i ponti fossero costruiti e diffusi in maniera capillare, i veneziani si spostavano più in barca che a piedi, e questa è anche la ragione per cui la porta principale dei palazzi e delle abitazioni era spesso la “porta d’acqua”, e anche la facciata principale e più prestigiosa dava sul canale, relegando all’accesso pedonale la porta di servizio.
Col tempo Venezia ha dovuto adeguarsi anche alla necessità di camminare, ma la sua struttura resta quella di una città relativamente piccola che, per la sua natura di isola circondata dall’acqua, non ha mai avuto la possibilità di sviluppare una periferia e di espandersi in superficie: le case e i palazzi, quindi, tendevano a ricoprire quanta più superficie possibile della piccola isola in cui si trovavano. Per questo le strade o “calli” di Venezia, città in cui non ci sono vie (a eccezione delle più moderne Via o “Calle Larga” 22 marzo a pochi passi da Piazza S.Marco e Via Garibaldi nel sestiere di Castello) tendono a essere strette e anguste, rendendo difficile il cammino nelle giornate più affollate.
Venezia è un’isola, e isolana è stata la sua mentalità fino all’Ottocento più o meno, quando il gran numero di residenti e il progressivo abbandono della barca come unico mezzo di trasporto ha creato la necessità di più superficie calpestabile. Come fare? Sono stati quindi interrati alcuni canali, come la “Lista di Spagna” e il “Rio Tera’ S.Leonardo”, fra le arterie principali che si snodano dalla stazione ferroviaria verso est, nel cuore del sestiere di Cannaregio. “Rio Tera’” infatti significa letteralmente “Canale interrato”: senza accorgervene, magari proprio in questo momento siete sopra quello che un tempo era una strada acquatica.
“Se Venezia non avesse il ponte della Libertà, l’Europa sarebbe un’isola”, disse ironicamente e con una buona dose di campanilismo il poeta Mario Stefani.
Nell’Ottocento fu costruito il ponte ferroviario, che ancora oggi collega Venezia alla terraferma: da molti fu considerato uno smacco alla mentalità isolana di Venezia, ma tale collegamento era ormai indispensabile nell’età moderna. Nel ventesimo secolo fu affiancato dal ponte stradale “della Libertà”, che ancora oggi consente l’accesso alla città ai mezzi su ruote.
“Senta, è tutto molto interessante, ma… Sono in macchina fermo qui con lei da 20 minuti, non mi ha ancora detto dove parcheggiare!”
“Hai ragione, mio buon amico, ma più avanti di così non si può andare… Devi lasciarla proprio in garage qui a Piazzale Roma… Ma ti aspetto qui, per farmi perdonare dell’attesa… E per raccontarti ancora qualcosa davanti a un’“ombra” di buon vino rosso!”