Nel 1898, Auguste e Louise Lumière girarono un breve cortometraggio che aveva per protagonista la città di Napoli: Santa Lucia, il Lungomare, via Toledo, il Vesuvio fumante. Sarà l’unica città italiana scelta dai genitori del cinematografo per essere immortalata in uno dei primi film della storia del cinema. Le motivazioni vanno ricercate nell’eredità dei tradizionali itinerari che dal XVIII sec. vennero percorsi e seguiti dall’ Europa aristocratica (soprattutto dalla Francia Inghilterra e Germania) e in seguito altoborghese, durante i viaggi del Grand Tour d’Italia, di cui Napoli (insieme ai Campi Flegrei, ‘O Vesuvio, Ercolano e Pompei, Paestum) era tappa obbligatoria e fondamentale.
Ma le ragioni di questa scelta vanno cercate in realtà nella geografia e nella quintessenza del golfo: il suo paesaggio naturale e al tempo stesso urbano, marino e vulcanico, calcareo e insulare. Pochi luoghi al mondo possono vantare la stessa varietà panoramica.
È questo che ha suscitato sin dall’epoca romana un’attrazione per le sinuose linee della veduta della baia per eccellenza.
Quello di Napoli è stato il golfo più dipinto e fotografato nella storia dell’arte: da Turner a Corot, da Gigante a Renoir al fotografo Giorgio Sommer, in tutti i più grandi musei del mondo c’è un’opera che lo rappresenta. La vista che da Posillipo si estende prima sulla città, poi sul vulcano, quindi sulla penisola sorrentina e infine su Capri, non smette mai di suscitare l’interesse del visitatore, che perdendo la cognizione del tempo rimane incantato dalla quantità di dettagli e dalla caleidoscopica bellezza che qui Madre Natura ha espresso.
Posillipo (dal gr. Pausilypon – “luogo senza affanni”) è uno dei quartieri più famosi di Napoli e rientra di diritto, anche se più perifericamente, nel centro storico della città per la grande quantità di vistose rovine delle ville di otium, costruite dall’élite romana dal I secolo a.C. (in parte sommerse a causa del bradisismo flegreo) come il Palazzo degli Spiriti, La Gaiola, e la più nota villa romana del cavalier Vedio Pollione ereditata poi dall’imperatore Augusto. Per le amenità dei luoghi, per la vista magnifica, per l’aria salina e ristoratrice questo divenne il luogo della versione napoletana della pittura en plein air: la scuola di Posillipo. Capostipite della scuola fu il pittore olandese Anton Sminck van Pitloo che ne elaborò le linee guida fondendo il gusto romantico per il vedutismo colto con la tecnica della gouache e dell’acquerello, avendo come tema ovviamente la cornice del golfo. La scuola fu proseguita poi dall’artista napoletano Giacinto Gigante ed altri pittori più o meno famosi che all’uopo si trasferirono nel quartiere.
Ed è proprio a Posillipo che molti operatori turistici e agenzie locali scelgono di condurre su bus privati turisti ed escursionisti in gruppi più o meno grandi per la foto di rito: nel gergo la chiamiamo ‘a cartulina.
È spesso il punto di partenza, il saluto di rappresentanza, del viaggio a Napoli. Molti operatori per esigenze logistiche scelgono la mattinata per il giro panoramico (errore banale, seppur perdonabile) mentre il miglior momento è il pomeriggio, quando il sole mette a fuoco tutta quella scarabattola (vetrinetta che espone oggetti preziosi n.d.r.) che è la città con i suoi dintorni.