Siete in Toscana, ma avete già visto i borghi più famosi?
Beh allora vi voglio raccontare una storia…
2 luglio ore 14.56 apro la carta stradale e guardo un po’ in quale altro borgo andare: Siena?! Ma è giorno di Palio, troppo affollata e caotica. Continuo a cercare in zona e decido finalmente di partire alla volta di San Gimignano, la Manhattan del Medioevo… ma niente parcheggio! E’ tutto al completo.
Mi rimetto in moto alla volta della piccola Monteriggioni. Quando, dietro una curva, mi si apre alla vista un grosso bastione composto da due torri, un fossato e una specie di ponte levatoio. Giro bruscamente a destra e lascio la mia auto parcheggiata davanti ad una scuola, chiusa viste le vacanze estive. Prendo la mia guida cartacea e la mia macchina fotografico, cerco subito di immortalare quell’enorme porta, ma senza grande successo. Insoddisfatta e con un pizzico di sfida sulla punta delle dita attraverso Via Gracco del Secco e piombo immediatamente indietro nel tempo.
Continuo a camminare incantata dalla bellezza di queste costruzioni medievali e rinascimentali. Scendo buttando un occhio anche alle piccole botteghe: lingerie, vino, dolcetti e salatini del posto, ma la sete prende il sopravvento. Fa molto caldo! Finalmente trovo una fontana potabile. Sento una voce provenire da dietro, una simpatica signora intenta a stendere le sue bianche lenzuola, conversa accesamente con il dirimpettaio, con la sua inconfondibile calata dalla “c” aspirata. Mi siedo, con discrezione, in piazza Santa Caterina e mi godo quello spaccato di vita quotidiana, come non facevo da anni.
Dopo qualche minuto mi rimetto in cammino per la via centrale, scattando qualche foto qua e là, incluso il Palazzo del Comune con lo stemma dalle celeberrime ‘palle’ della casata Medicea, che governò la città. Poi un edificio mozzafiato catturò la mia attenzione: Palazzo Campana. Una porta rinascimentale perfetta e in totale armonia tra cielo e terra. Con il sorriso ormai stampato in faccia prendo ad attraversare i mille vicolini, strade in salita e in discesa, tunnel bui tra le alte case-torri, accompagnata dalla brezza estiva.
Giunta in Piazza Duomo trovo una panchina, che da sola potrebbe intrattenermi con tutto il gossip paesano.
Apro la mia guida ed inizio a leggere: testimonianze etrusche, Via Francigena, Arnolfo di Cambio, “la Boemia d’Italia” e persino Dante: canto XIII del Purgatorio… Mentre sfogliavo quelle poche pagine assumevo la consapevolezza di esser finita in un luogo davvero speciale, ove tutto ha una storia da raccontare, e la piazza antistante si animò.
Continuai a passeggiare passando davanti al Teatro dei Varii, la fontana che sorride, negozi di cristallo e ceramiche, finché la stanchezza non mi sopraffece. Giunta sul Bastione, sarei potuta scendere a visitare la parte bassa con le sue gore, cartiere, piazze, passando per tunnel scavati durante la seconda guerra mondiale, invece mi sedetti lì ad ammirare il cielo stellato. Sono passati anni e questa cittadina, sconosciuta a molti, continua ad incantarmi.