Venezia

Venezia: di iscrizioni, graffiti, incisioni e street art.

Antonella Zanoni
di Antonella Zanoni

Passeggiando tra le calli della città lagunare sempre più spesso ci si imbatte in edifici dai muri imbrattati di scritte. Una produzione esorbitante quanto sorprendente nella sua copiosità. Ci si indigna, si grida allo scempio. Qualche cittadino cancella da sé, qualcuno invia un esposto alla Municipalità in modo che chi di dovere venga a pulire e a ridipingere, altri lasciano correre rassegnati.

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Come dar loro torto? Certo, si parla di città Patrimonio dell’Unesco ed è vergognoso che i muri ad altezza uomo presentino un unicum di “scarabocchi” ad opera di graffitari fannulloni!

Attenzione però: gli uomini delle caverne non ci hanno forse lasciato incisioni e pitture rupestri fin dalla notte dei tempi?

L’intento di questo mio scritto non è quello di farvi cambiare idea ma di instillarvi lo stimolante seme del dubbio affinché osserviate con calma e più da vicino quello che vi circonda quando venite in Città, o quando mi seguite per una visita guidata.

Il bisogno di lasciare un segno ha origini antichissime e Venezia non fa differenza. Testimonianze di un evento eccezionale, un annuncio di lavoro, un decreto del Maggior Consiglio, la celebrazione di una vittoria, una tariffa al mercato, un marchio d’azienda o un simbolo di corporazione, passatempi per ingannare l’attesa, il propiziarsi un amore o un affare: migliaia e migliaia sono le iscrizioni, i disegni, le pitture, i murales e le incisioni che tappezzano la città da molti più secoli di quanti possiamo immaginare.

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Senza contare che a partire dal Cinquecento i palazzi delle famiglie aristocratiche erano tutti affrescati. Ebbene sì, i muri degli edifici erano dipinti! L’esplosione dei colori di Tiziano, Giorgione e Veronese dev’essere stato qualcosa di indimenticabile! Purtroppo, in una città umida e salmastra come Venezia molti degli affreschi all’interno delle storiche residenze sono andati perduti, figuriamoci quelli all’esterno. Vi assicuro però che un occhio attento e abituato ne può individuare ancora qualcuno di sbiadito.

Oggi i writers -o graffitari, in un’accezione dispregiativa- vengono spesso tacciati di vandalismo ma di fatto si tratta dell’evoluzione di una pratica consolidata da millenni. Riappare colorata e provocatoria alla fine degli anni ’50 negli Stati Uniti, e si riafferma in centro Europa alla fine degli anni ’70 (Muro di Berlino, vi dice nulla?). Le giovani generazioni gridano sui muri e sulle vetrine le loro emozioni, protestano, lasciano un segno del loro passaggio, si affidano ai santi o ad una buona stella, scongiurano la cattiva sorte… e gli artisti in erba si fanno conoscere senza bisogno di costosi agenti e gallerie d’arte!

“Sporcheremo i muri con un altro no” cantava Renato Zero: ora come allora i muri si tramutano in tele, diventano spazi espressivi a costo zero, anche se illegali e punibili dalla legge.

Ecco perché a Venezia l’arte urbana attecchisce così facilmente, complice il dedalo di calli defilate ed edifici non abitati o decadenti dove è più facile raccontarsi senza essere braccati.

Le tecniche moderne spaziano dalla più conosciuta bomboletta spray dei writers, allo stencil degli street artist, dagli adesivi (stickers) sulle grondaie, al cosiddetto wheatpaste (poster o figure attaccate ai muri con una colla a base di acqua e farina).


Le iscrizioni e i graffiti del passato erano per lo più incisi con strumenti appuntiti, più o meno professionali, come scalpelli e punteruoli; altri invece pitturati a mano o con stencil ante litteram, come per esempio le antiche campagne elettorali.

L’auspicio è che, come già avviene in altre città, l’arte urbana venga mantenuta, se non addirittura restaurata o ancora commissionata, come a Giorgione e a Tiziano sulla facciata del Fondaco dei Tedeschi.

Allora vi ho convinto? Siete pronti a girare la città con occhi diversi? All’inizio non riuscirete ad individuare nulla ma una volta “settato” lo sguardo vi prometto che sarà una continua ed elettrizzante scoperta.
Buona caccia!

Guida turistica di  – Antonella Zanoni

Antonella Zanoni

Sono una guida turistica, appassionata di cultura e viaggi, nata e cresciuta in Veneto. A Venezia non mi limito a snocciolare date e nomi ma offro un contesto culturale che crea un'esperienza più gratificante. "Sento" il tipo di ospite e mi adatto…
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