Per Grazia Ricevuta: genesi di un’opera letterario-pittorica.
In Valbelluna – la vallata fra le Prealpi Trevigiane, il Piave e il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, nel tratto fra Belluno e Feltre, esistono luoghi incantati dove il tempo sembra essersi fermato. Qui è nato anche lo scrittore Dino Buzzati, in una villa veneta alle porte di Belluno, capoluogo di provincia nelle Dolomiti patrimonio Unesco. Lungo l’itinerario “Dino Buzzati nella ‘sua’ Valle”, che si snoda fra Belluno e Limana in Sinistra Piave, è possibile scoprire come sia nata l’opera letterario-pittorica “I Miracoli di Val Morel”.
Dino Buzzati vive tutta la sua esistenza a Milano, ma nasce in Valbelluna, ai piedi di quelle Dolomiti che tanto sono celebrate nella sua opera, sia pittorica che letteraria e giornalistica. Durante i suoi soggiorni bellunesi, per trarre ispirazione e rigenerazione spirituale ed intellettuale frequentava località silenziose e remote, immerse nella cultura agrosilvopastorale di un tempo pur trovandosi a due passi dalla civiltà, e intrise di profonda spiritualità e di sacro.
Valmorel è uno di questi luoghi.
I “Miracoli di Val Morel”, che sono una raccolta di tavole di ex voto fantastici, dove casi impossibili di tentazioni, sciagure, attacchi alieni o ferini, incidenti, rapimenti vengono risolti dall’intervento provvidenziale di Santa Rita da Cascia, sono state concepite a contatto con questi luoghi. Qui lo scrittore immagina di aver incontrato il fantomatico custode di un santuario dedicato a Santa Rita, di esserci entrato, ed avervi visto una serie di quadretti Per Grazia Ricevuta, o ex voto, usciti dalla mente geniale quanto naif del suo esecutore, Toni della Santa. Ecco che, nella finzione narrativa, Buzzati cerca di riandare con la mente a quei quadretti, non essendo più riuscito a trovare il santuario all’indomani della Seconda Guerra Mondiale, e a riprodurli. Ecco dunque nate le tavole dei “Miracoli di Val Morel”.
Santa Rita: è mai esistito un sacello devozionale dedicato alla Santa degli Impossibili in Val Morel?
No, è tutto frutto del genio nel genere del fantastico letterario di cui Buzzati fu maestro. Ma oggi ce n’è uno speciale a dedicato alla Santa degli Impossibili, lungo il sentiero che conduce alla località Valmorel di Limana, costruito dopo che Buzzati lo aveva fatto uscire dalla sua mente creatrice, in un progetto avallato dallo scrittore stesso, e per il quale aveva dipinto l’ultima tavola ex voto con il volto di Santa Rita da Cascia. Il suo ultimo quadro, il suo addio alla vita, raffigura una santa cristiana, uscita dal pennello di un sedicente ateo. Strano, no?
Percorrere le tracce sulle quali è passato uno dei più noti scrittori e giornalisti italiani del Novecento, di certo uno dei più conosciuti all’estero, per ricostruire la genesi dei “Miracoli” è un’esperienza non solo letteraria, ma anche esistenziale. Conoscere le opere d’arte, la storia e i paesaggi che hanno contribuito a creare un particolare immaginario nel nostro autore, fatto di segni del sacro, di religiosità popolare, di intime riflessioni sul significato dell’esistenza, della morte e dell’aldilà, è un invito anche per l’uomo d’oggi a riflettere sul cammino della vita, soprattutto all’indomani di un evento traumatico come l’emergenza sanitaria Coronavirus.
Lungo il Sentiero Dino Buzzati si possono ammirare due chiesette generalmente chiuse (Chiesa dei SS. Filippo e Giacomo e Santuario di Madonna Paré, visitabili solo con guida), piccoli scrigni di opere d’arte, affreschi e storia, alcuni sacelli devozionali antichi e moderni, scorci paesaggistici d’eccezione sulla Valbelluna, il Piave e le Dolomiti Bellunesi, un sito fortificato altomedievale, il colle su cui si ergeva un antico convento dove la tradizione vuole abbia sostato San Bernardo di Chiaravalle, nonché l’ultima latteria turnaria della Provincia di Belluno. Dulcis in fundo, anche una trattoria tipica nelle vecchie scuole della località Valmorel, dove si potrà pranzare con prodotti locali della tradizione bellunese.