L’antica Basilica di S. Eustorgio a Milano è uno di quei luoghi che riescono a fare breccia nel cuore di tutti, parola di guida!
Oltre ad essere una basilica antica, essa funge da prezioso scrigno delle reliquie dei Magi.
Per “segnalare” questa importante presenza, in cima al suo antichissimo campanile è stata collocata una stella (al posto della tradizionale croce), che allude alla cometa seguita dai tre Re.
Per onorare la presenza delle reliquie dei Magi, ogni anno il 6 gennaio, giorno dell’epifania, si svolge una processione storica che si ripete dal lontano 1336. Si tratta di un corteo guidato da tre uomini volontari vestiti come i Magi, che porta i fedeli (e i curiosi di passaggio) dal Duomo di Milano alla Basilica di S. Eustorgio.
Come mai le reliquie dei Re Magi si trovano proprio li?
Si dice che nel IV sec. D.C. Eustorgio I, una volta eletto vescovo di Milano, fosse stato invitato a Costantinopoli per incontrare l’imperatore Costante. Costui possedeva le sacre reliquie dei tre re Magi, che erano state portate a Costantinopoli dalla regina Elena (mamma dell’imperatore Costantino) e decise così di donarle ad Eustorgio. Questi le accettò e fece il lungo viaggio di ritorno a bordo di un pesante carro trainato da buoi che però si incagliò nel fango a due passi dal centro di Milano.
Li il vescovo decise di costruire una basilica per conservare le sacre reliquie e l’edificio prese il suo nome.
Quell’antica basilica fu rifatta più volte, la ricostruzione più stoica fu a seguito della sua distruzione voluta da Federico Barbarossa nel 1262. Il bellicoso Federico, si appropriò anche delle reliquie dei Magi che furono portate nella città di Colonia. Soltanto nel 1903 alcune porzioni di quei poveri resti mortali tornarono a Milano, grazie al lavoro diplomatico del Vescovo della città Cardinal Ferrari. Questo significa che il corteo per quasi 800 anni è stato fatto per celebrare un reliquiario vuoto.
La basilica divenne convento Domenicano nel XIII secolo e quasi contestualmente anche tribunale delle inquisizioni fino al XVI secolo. San Eustorgio in poche parole fu sempre molto considerata e anche per questa sua importanza, venne dotata nel corso dei secoli di splendide cappelle funerarie appartenute ad alcune famiglie nobili della città. Dentro di esse tutt’ora si possono ammirare splendidi capolavori realizzati dai migliori artisti che si sono avvicendati a Milano fra il 1300 ed il 1400.
La vera “star” della basilica è la magnifica cappella voluta dal Fiorentino Pigello Portinari, costruita nella seconda metà del XV secolo dietro l’abside della chiesa. Il Portinari era “il direttore” del banco Mediceo, una sorta di banca fondata a Milano grazie all’amicizia fra il Duca della città Francesco Sforza e la famiglia De’ Medici di Firenze. Purtroppo non sappiamo chi abbia progettato l’armoniosa cappella ma senza dubbio il Portinari aveva dei gusti molto raffinati. Chi entra in quella parte di S. Eustorgio rimane estasiato anche dagli affreschi che ne decorano le pareti, dipinti dal Bresciano Vincenzo Foppa, che li superò se stesso.
Al centro della suddetta cappella si trova un superlativo monumento funebre scolpito nel XIV dal toscano Giovanni di Balduccio. E’ l’arca tombale di un frate domenicano predicatore che fu assassinato nei pressi di Milano nel 1252. Questi si chiamava Pietro Rosini (detto da Verona) e venne ucciso con un colpo di accetta in testa. Canonizzato un anno dopo la sua morte è il santo a cui votarsi se si soffre di dolori al capo.
E’ mio dovere qui aggiungere una nota un pochino macabra: la testa di San Pietro da Verona, dopo la sua morte, fu staccata dal corpo ed oggi è conservata in una teca separata che viene mostrata al pubblico solo nel giorno a lui dedicato.