Sapevate che Roma è considerata la città dell’acqua?
Ciò è dovuto al fatto che sin dall’età antica l’Urbe fu dotata di un efficiente sistema di acquedotti che portavano acqua direttamente in città, elemento che poi veniva raccolto dal popolo mediante le numerosissime fontane pubbliche presenti ovunque. Questa tradizione non si è mai spenta e, anzi, nel corso dei secoli Roma si è dotata di fontane di tutti i generi: alcune monumentali, come la Fontana di Trevi, altre perlomeno curiose ed interessanti come la Fontana della Terrina, che mi appresto a descrivere per voi.
Siamo nel piazzale antistante la Chiesa Nuova, una delle chiese cattoliche più belle di Roma per il suo straordinario e baroccheggiante apparato decorativo. Vi consiglio di ammirare la volta della navata centrale o gli affreschi della cupola per rimanere strabiliati. Ma, prima di varcare le porte della Chiesa Nuova, soffermatevi sulla strana fontana posta dinanzi. Essa poggia su un livello ribassato rispetto al pieno di calpestio odierno, tanto che è raggiungibile attraverso pochi scalini. Ciò che colpisce è che il basamento è, a tutti gli effetti, chiuso da una specie di grande coperchio che, popolarmente, dà origine al curioso nome della fontana. Terrina, infatti, significa fondamentalmente zuppiera, proprio ciò che, nelle forme, ricorda questa fontana. Come mai però è così particolare e stravagante?
Dobbiamo tornare indietro nel tempo, più precisamente alla fine del Cinquecento. Soprattutto negli anni ’80 di quel secolo era molto attivo a Roma l’architetto Giacomo della Porta il quale, oltre ad aver partecipato ai cantieri dei principali edifici dell’Urbe dell’epoca, si occupò, in particolare su commissione di Papa Gregorio XIII Boncompagni, della realizzazione di numerosissime fontane. Ne progettò e disegnò a decine, come quella che trovò posto nel bel mezzo di Campo de’ Fiori. Inizialmente fu anche ornata con alcuni delfini bronzei che, da animali marini quali erano, avrebbero dato quel tocco decorativo in più che non guasta mai. Il problema, però, è che la nuova fontana dal basamento ovale si trovava al centro di una zona molto popolare, occupata tutti i giorni da un rumoroso mercato. Ancora oggi Campo de’ Fiori, dopo secoli, ospita uno dei mercati tradizionali della città. Proprio questo, però fu il problema principale.
Si narra, secondo molte cronache, che la fontana fu presto utilizzata per numerosissimi scopi
Chi si sciacquava, chi metteva a mollo le verdure per lasciarle fresche, chi semplicemente la utilizzava come secchio. Un vero peccato, non c’è che dire, un peccato che però diede origine alla fontana come la vediamo e conosciamo oggi.
Dobbiamo aspettare il 1622, infatti, quando Papa Gregorio XV Ludovisi ordinò l’aggiunta dell’appariscente copertura in travertino che tanto fa somigliare l’intera fontana ad una terrina. Questo fu anche il momento in cui si persero le tracce dei delfini in bronzo menzionati in precedenza. Purtroppo l’esistenza tanto travagliata della Fontana della Terrina fu funestata anche dal fatto che alla fine dell’Ottocento si decise di erigere, così come la vediamo oggi, al centro dei Campo de’ Fiori una scultura in bronzo raffigurante il filosofo Giordano Bruno, lì arso al rogo nel Seicento. La Fontana della Terrina fu dunque spostata e, per moltissimi anni, fu lasciata in un polveroso magazzino, dimenticata da tutti.
Solo nel 1924, dopo decenni, la Fontana della Terrina rivide la luce del giorno, in tutti i sensi, e fu posta laddove oggi è visibile a tutti, cioè davanti alla Chiesa Nuova. Che storia, vero?