Forse non tutti sanno che Firenze è una città gay-friendly, fin dall’epoca rinascimentale, quando era nota in tutta Europa per la sua liberalità, tanto che la parola germanica “florenzer” (fiorentino) significava sodomita. Gradualmente, però l’omofobia si fece strada nei vari paesi che decisero di “stranierizzare” la pederastia, definendola “Vizio italiano”, “francese” e, successivamente, anche “tedesco”: insomma una maniera per dissociarsi da queste relazioni che potevano diventare molto pericolose, legalmente parlando.
Data la notevole diffusione dell‘omosessualità, dietro pressione da parte della chiesa che chiedeva regole restrittive, nel 1432, a Firenze, fu creato un corpo speciale di guardie, chiamate “Ufficiali di Notte”, il cui compito riguardava proprio i reati connessi a questa pratica.
Tra le vittime delle tante denunce anonime che venivano fatte, incontriamo anche Leonardo da Vinci, indagato per presunta sodomia nei confronti del diciassettenne Jacopo Saltarelli, ma poi prosciolto da ogni accusa; d’altronde, accadeva spesso che molti uomini risultassero, alla fine, del tutto estranei ai fatti inizialmente contestati, incluso altri illustri personaggi, come Sandro Botticelli oppure parzialmente colpevoli come Benvenuto Cellini , obbligato a pagare ingenti multe.
Ad un certo punto, però, la situazione era diventata davvero pesante per chi aveva il coraggio di dichiarare il proprio orientamento sessuale: licenziati e costretti all’esilio, come criminali. Come se non bastassero le persecuzioni da parte delle autorità civiche, anche alcuni rappresentanti religiosi, come Bernardino da Siena e Girolamo Savonarola, iniziarono a predicare contro di loro, invocando pene ancora più dure rispetto a quelle già in vigore, fino a chiederne la morte al rogo.
Negli archivi della città, si conservano documenti concernenti oltre 17.000 casi di incriminazioni di pedicazione, durante un lungo arco temporale di settanta anni; tremila furono condannati.
Ecco che il 13 agosto 1512, un gruppo di 30 giovani aristocratici che si denominavano “i Compagnacci” irruppe nel palazzo del governo, chiedendo l’abrogazione di tali condanne per gli omosessuali.
I Medici, che probabilmente ebbero almeno tre gay, nella loro dinastia, poco tempo dopo ritornarono al potere e accolsero tutte le loro richieste.
Gian Gastone, granduca di Toscana e ultimo membro della potente famiglia fiorentina, e’ noto alle cronache oltre che per la sua apatia politica anche per i suoi gusti sessuali che ostentò pubblicamente. Dopo il fallimento del suo matrimonio con la principessa Anna Maria di Saxe-Lauenburg, ritornò a Firenze, cominciando una vita al di sopra delle righe, circondandosi di “ragazzi di vita”, spesso bellissimi, che allietavano le giornate del sovrano. Era un gioco di seduzione e capricci “reali” a cui i giovani amanti erano ben contenti di partecipare, in cambio di ruspi, la moneta dell’epoca; ecco perché, questi fanciulli furono poi chiamati ruspanti, anche se non tutti avevano l’onore di essere inseriti in questa lista di pagamento. Tutto dipendeva dalla soddisfazione che riuscivano a procurare a Gian Gastone.
L’insurrezione dei ”Compagnacci” può essere quindi considerata il primo evento a favore dei diritti LGBTQ, precursore della protesta di Stonewall del 1969.
Vi aspetto! Possiamo approfondire alcuni temi legati all’articolo oppure toccarne altri, inerenti la storia o l’arte di Firenze.