Amati, Guarneri, Stradivari, tra matrimoni e misteri
Una visita guidata di Cremona non può fare a meno di contemplare la narrazione della storia del violino e dei suoi più celebri costruttori, la visita al Museo del Violino e in città alla scoperta della figura di Antonio Stradivari e colleghi. Ma ci sono storie più complicate da raccontare, informazioni più difficili da trovare, vicende più misteriose da ricostruire. Parliamo delle storie d’amore che vedono protagonisti gli antichi liutai di Cremona. Difficilmente, infatti, possiamo dire se i nostri celebri costruttori di strumenti ad arco festeggiassero San Valentino, ma qualche dettaglio riguardante i loro affetti e le loro famiglie emerge dall’oblio del tempo. Riguardo ad Andrea Amati ( ? – post 1577) sospettiamo abbia contratto almeno due matrimoni perché tra i figli più noti, Antonio e Gerolamo, liutai anch’essi, vi sono almeno vent’anni d’età di differenza. Del primo, morto nei primi anni del ‘600, non abbiamo informazioni, ma del secondo invece, ucciso dalla peste nel 1630, sappiamo che si sposa due volte: la prima nel 1574, con Lucrezia Cornetti, rimanendo a vivere nella casa di famiglia e avendo con lei almeno una figlia, Elisabetta; la seconda, dieci anni dopo, con Laura Medici Lazzarini, nipote di un nobile Guazzoni. In tutto avrà almeno sei figli e quattro figlie. Di questi, Nicolò sarà tra i pochissimi a sopravvivere alla terribile pestilenza di manzoniana memoria, trovandosi celibe e senza prole oltre la soglia dei trent’anni. E tale rimarrà fino al 1645, quando, a 48 anni, sposerà Lucrezia Pagliari, di almeno dodici anni più giovane di lui. Gli sarà testimone l’allievo prediletto, ormai divenuto anche lui maestro, Andrea Guarneri. E nei successivi quindici anni avrà quattro figli e altrettante figlie, tra cui lo sfortunato Girolamo II. Sfortunato, perché come liutaio è pressoché sconosciuto, ma soprattutto perché nel giro di una manciata di anni si sposa con Angela Carettoni, ha un figlio e due figlie, poi perde la moglie non ancora venticinquenne, e l’erede maschio, subendo infine un tracollo economico. E i Guarneri? Anche loro protagonisti di vicende amorose e affettive, li ritroviamo presenti tutti quanti – Andrea, Giuseppe filius, Pietro di Mantova, Pietro di Venezia, Bartolomeo Giuseppe – al battesimo di quest’ultimo, che diventerà celebre con il nome di Giuseppe Guarneri del Gesù.
Antonio Stradivari, poi, è protagonista indiscusso della liuteria cremonese anche sul fronte…amoroso.
Il primo documento che ci parla della sua vita è quello che ricorda il matrimonio con Francesca Ferraboschi, celebrato il 4 luglio 1667 nella chiesa di Sant’Agata. Dai quattro ai nove anni più grande di lui, la donna era già vedova, avendo sposato qualche anno prima un altro vedovo, di nome Giovanni Giacomo Capra, con una dote da capogiro. Ma nemmeno due anni dopo questi era stato ucciso con un colpo di di archibugio dal fratello di lei, facendole perdere non solo lui, ma anche la custodia dei due figli. Nel giro di poco, poi, con un accordo tra le famiglie e con in mano una dote considerevolmente diminuita Francesca sposa Antonio Stradivari, affittando con lui una casa dall’architetto Francesco Pescaroli (l’abitazione che ancora oggi si affaccia su Corso Garibaldi 67). Giulia Maria, la prima di sei figli, viene battezzata il 22 dicembre 1667, a soli cinque mesi dal matrimonio. Dopo oltre trent’anni, nel 1598 Francesca muore, rimpiazzata di lì a poco dalla ben più giovane e ricca Antonia Zambelli, dalla quale Stradivari avrà altri cinque figli, e che morirà pochi mesi prima di lui, nel 1737. Usque ad obitum, fino alla morte.