Diciamoci la verità: fare shopping piace quasi a tutti. E quanto è più intrigante farlo in negozi che offrono qualcosa di speciale, artigianale, magari un po’ snob, sicuramente unico?
Questo è possibile a Genova, dove dal 2011 è stato creato un Albo delle Botteghe Storiche.
E’ stata un’intelligente risposta alla globalizzazione, non solo perché certi mall di Londra, Parigi e Barcellona cominciano a somigliarsi tutti… un po’ troppo, ma soprattutto per premiare lo sforzo e la passione di commercianti che settanta, cento o anche più anni fa hanno creato una bottega artigianale, dedicandovi tutte le loro energie, e vi hanno investito per migliorarla, e portarla fino ai nostri giorni, continuando a proporre il capo sartoriale o la calzatura fatta a mano, o le “dolcezze” candite ancora secondo la ricetta segreta originale.
La battaglia è dura, la concorrenza, la pressione fiscale, e gli imprevisti di ogni genere sono sempre in agguato, lo sappiamo bene, ma l’esclusività, come si dice, non ha prezzo!
Soprattutto in una città mercantile come Genova, questa realtà è ancora più evidente nella vasta gamma di generi proposti: incontriamo la farmacista che ci racconta di come il suo papà, farmacista anche lui, le insegnava a realizzare le preparazioni galeniche (altro che vendere barattoli….); la fabbrica di ferramenta che forniva tutte le serrature e le chiavi del Rex, dell’ Andrea Doria e di altre navi, per proseguire in tempi più recenti con le chiavi delle casseforti dell’Angelina Lauro e del panfilo Cristina dell’armatore greco Aristotele Onassis, fino alla sartoria che ha avuto tra i suoi clienti il duca di Windsor, Guglielmo Marconi, Mario Soldati e l’Avvocato Agnelli, e alla fabbrica di cioccolato che usa ancora le macchine di fine Ottocento-inizi Novecento, tra le quali un melanger con ruote in pietra per macinare le fave di cacao e le nocciole.
Se il primato di antichità lo detiene senz’altro la farmacia all’interno del convento dei Carmelitani Scalzi, che dispensa salute dal 1650, non si può mancare una “visita” alla trattoria che ha “nutrito” Mazzini e Ruffini.
Anche per la spesa di tutti i giorni c’è solo l’imbarazzo della scelta, tra macelleria, tripperia, polleria, e via così, tra banconi in marmo scolpito, arredi prestigiosi e telai settecenteschi o grandi celle frigorifere all’antica, è sempre un piacere speciale fare visita a questi fieri commercianti, che portano avanti con orgoglio la loro attività, sfidando la modernità e la concorrenza con i loro prodotti unici e irripetibili.
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