Un monumento rappresentativo della storia di Roma
Perché Roma è chiamata Città Eterna? Molte volte i miei turisti me lo chiedono, e a me piace rispondere che la motivazione principale si trova nel fatto che la lunghissima storia di Roma può essere ancora oggi vista attraverso monumenti, edifici o aree archeologiche che mostrano le diverse caratteristiche antiche, medievali, rinascimentali o moderne di Roma. Per spiegare meglio il concetto vediamo insieme questo fantastico monumento, posto proprio di fronte al celebre Palazzo del Quirinale (sede ufficiale del Presidente della Repubblica Italiana). Un monumento composto da un obelisco egiziano, due gruppi scultorei di epoca antica, ed un’iscrizione che si rifà ad un pontefice di due secoli fa…
Ecco a voi il cosiddetto Obelisco di Montecavallo
Così denominato per la sua strategica posizione (si trova infatti sulla sommità del Quirinale, il colle più alto di Roma) e per il fatto che ha ai suoi fianchi due gruppi scultorei antichi in cui compaiono fieri destrieri. L’obelisco è probabilmente l’elemento più stravagante del monumento, non fosse per il fatto che non è un manufatto romano. No, perché come molti degli altri obelischi presenti in città, questo del Quirinale, che è alto ben 29 metri considerando anche il basamento, fu originariamente eretto in Egitto. A tutti gli effetti questo obelisco è un prodotto dell’arte e della cultura egiziana che, millenni fa, al tempo della Roma imperiale, fu trasportato con molta fatica nell’Urbe a simboleggiare la potenza della Caput Mundi, la città che allora dominava su larga parte del mondo conosciuto. Già di suo, dunque, l’obelisco merita la vostra attenzione, sebbene c’è qualcos’altro degno di nota…
Passiamo ora ai due gruppi scultorei raffiguranti una coppia di gemelli (lo si vede bene dai volti che sono identici), entrambi accompagnati da possenti cavalli. Queste meraviglie scultoree sono databili attorno al III secolo d.C. e, molto probabilmente, raffigurano i celeberrimi Dioscuri. Chi erano? Due gemelli figli di Giove che, nella mitologia romana, aiutarono più di una volta l’esercito di Roma nel sottomettere i nemici sul campo di battaglia. Ancora molti sono i dubbi sull’originaria collocazione dei due gruppi scultorei, anche se probabilmente facevano parte dell’apparato decorativo delle antiche Terme di Costantino che qui sorgevano nel IV secolo d.C. A parte questo, però, è fantastico notare come i Dioscuri con i loro destrieri, in parte rimaneggiati e restaurati nel corso dei secoli, rappresentano la Roma di un tempo, quella degli imperatori e della città di marmo. Ma manca ancora un pezzo da vedere…
Passiamo ora all’iscrizione in cui, a grandi lettere, campeggia il nome del pontefice che sistemò il monumento così come lo vediamo oggi: Pio VI. Costui fu l’ultimo Papa del XVIII secolo, oltre ad essere l’ultimo uomo salito al soglio di Pietro ad avere nobili origini. Comunque sia, e non ci si può sbagliare leggendo l’iscrizione impressa sul basamento dell’obelisco qui al Quirinale, fu lui a commissionare uno dei monumenti iconici di Roma, mettendo assieme i due Dioscuri in marmo con l’obelisco egiziano. Dunque perché siamo di fronte ad una delle testimonianze dirette del fatto che Roma è, a tutti gli effetti, la Città Eterna? Non certo perché siamo di fronte alla sede del Presidente della Repubblica, bensì perché in un singolo angolo romano è concentrata l’intera storia dell’Urbe. Abbiamo un obelisco egiziano trasportato qui un paio di millenni fa, due gruppi scultorei in marmo del III – IV secolo d.C. circa, e l’iscrizione facente riferimento agli interventi di un Papa della fine del ‘700…
Questo è solo un assaggio di ciò che Roma è capace di dare, di ciò che la Città Eterna può comunicare con un semplice monumento o in un piccolo fazzoletto di terra. Da guida turistica locale non posso che apprezzare tutto ciò, e non vedo l’ora di riuscire a far capire anche a voi perché, dopotutto, Roma a tutti gli effetti è una città che travalica i secoli!