Milano

Milano, città d’acqua – La Darsena e i Navigli

Marica Magni
di Marica Magni

Milano, città d’acqua, si dice da molte parti, ma è difficile crederlo oggi. Tuttavia, è vero che fino al 1979 a Milano funzionava un porto, il terzo in Italia per volume di traffico merci. E quel porto era la Darsena.

Costruita nel 1603, quando Milano e la Lombardia erano governate dagli Spagnoli, la Darsena si trovava all’esterno delle mura – la cosiddetta “cerchia dei Bastioni” – e sostituì, ingrandendone il bacino, l’antico Laghetto di Sant’Eustorgio accanto alla basilica omonima.

Alimentata dalle acque del Naviglio Grande e del fiume Olona che scorre sotterraneo, la Darsena doveva garantire sufficiente apporto di acqua al Naviglio Pavese, allora in costruzione.

Una via per il mare

I primi progetti del Naviglio Pavese risalgono al XIV secolo, quando i Visconti, signori di Milano, concepirono un canale che sarebbe dovuto partire dal Laghetto di Sant’Eustorgio e scaricare le acque nel Ticino presso Pavia, consentendo così il collegamento tra Milano e il Po – dove il Ticino sfocia – e quindi il mare Adriatico.

Gli Spagnoli ripresero il progetto, ma i lavori furono subito interrotti per la difficoltà di superare un dislivello di ben 56 metri. Il Naviglio Pavese fu finalmente completato solo nel 1819, permettendo il collegamento di Milano con Pavia dopo un percorso di 33 chilometri con 14 conche di navigazione. Cominciò allora ad arrivare in città il latte prodotto dalle stalle della Bassa milanese e quindi si sviluppò la produzione del formaggio nelle casere a ridosso delle mura, nel “burg dè furmagiatt”.

vicolo lavandai milano
Vicolo dei Lavandai (foto Wikipedia)

Il più antico canale navigabile del mondo

Molto più antico del Pavese è il Naviglio Grande che, anzi, è ritenuto il più antico canale navigabile del mondo, essendo percorribile dalle imbarcazioni fin dal 1272. Deriva le acque dal Ticino, nei pressi dell’attuale aeroporto di Malpensa, e giunge a Milano dopo aver percorso 50 chilometri e superato un dislivello di 34 metri senza conche, cioè grazie alla sola pendenza del terreno. Il traffico era a senso unico alternato: fino alle ore 12 i barconi entravano in città trascinati dalla forza della corrente, dalle 12 in poi ne uscivano trainati dai cavalli lungo la strada detta Alzaia.

Prima di immettersi nella Darsena il Naviglio Grande lambisce il Vicolo dei Lavandai, unica testimonianza rimasta dell’uso di lavare i panni nei navigli, inginocchiati sul “brellin” – un asse di legno a protezione delle ginocchia – e strofinando i panni con il “paltun” – un misto di cenere e olio bollito.

Da quartiere popolare a cuore della “movida”

Soprattutto a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, grazie alla presenza della Darsena e dei Navigli, nell’area esterna alle mura spagnole e nei pressi della Porta Ticinese si concentrarono attività di lavanderia, concia delle pelli, lavorazione di stoffe, carta e formaggi.

A testimonianza dell’antica vocazione artigianale e commerciale della zona qui sopravvivono ancora molte case a corte con ringhiera, tipiche dell’edilizia popolare milanese ottocentesca e che ne conservano tutto il fascino pittoresco. Anche per questo, oggi, il Ticinese, o “Navigli District”, è diventato una delle aree più frequentate della “movida” milanese, soprattutto serale e notturna.

Scopriamo insieme l’affascinante zona dei Navigli di Milano con una passeggiata guidata di un paio d’ore al massimo: ve ne farò innamorare!

Guida turistica di  – Marica Magni

Marica Magni

Nata a Milano, laureata in Storia dell’Arte, Certificate of Proficiency in English, dal 2009 lavoro come guida turistica abilitata a Milano, Monza e Brianza, Lecco. E mi piace enormemente. Quando lavoro sono felice e ho l’ambizione di rendere felice chi…
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