Quello del Liberty a Milano è un momento tanto splendido da un punto di vista architettonico, quanto breve. Il primo palazzo Liberty a Milano (Palazzo Castiglioni, corso Venezia 47) viene costruito nel 1903, e già nel 1913 si assiste al declino di questo stile, che lascia spazio a un più vasto eclettismo.
Eppure in un solo decennio, tra ferro battuto, maioliche e cemento modellato con teste, foglie e fiori, alcune zone di Milano, come quella nei dintorni di Porta Venezia, sono state profondamente segnate.
Milano sul finire dell’Ottocento subisce profonde trasformazioni urbanistiche e sociali, si appresta a diventare una città moderna abitata (e governata) dalla borghesia. Ed è proprio la borghesia ad abitare questi nuovi, moderni palazzi, che fanno della natura la loro nuova espressione di bellezza!
 
Il primo palazzo che subito si può notare adiacente alla M1 Porta Venezia in Viale Piave 42 è L’ HOTEL DIANA, dalla storia intrigante: basti pensare che qui, nel 1842, venne costruita la prima piscina pubblica d’Italia. Solo maschile, inizialmente, poi ai Bagni Diana venne aggiunto anche un ingresso per le donne. Un complesso mastodontico, con 120 cabine, un ristorante e un caffè, tutto circondato da orti. Così bello che nel 1896 i Fratelli Lumière (proprio i padri fondatori del cinema) ne commissionarono un filmato.
Ma l’Hotel Diana come lo vediamo oggi è la trasformazione in stile Liberty con forti accenti eclettici di quando i Bagni Diana lasciarono il posto al Kuursal Diana, un complesso con albergo, teatro e ristorante progettato da Alberto Manfredini nel 1908. La piscina, quella dei Bagni, venne trasformata in una pista di pattinaggio.
Non lasciatevi intimidire, entrate e chiedete di poter vedere il giardino, una vera e propria oasi verde dove in estate si fanno aperitivi. Vicino al dehor troverete lei, Diana, che segnava l’ingresso alle antiche piscine.
Vi basterà percorrere 200 metri per raggiungere la seconda tappa di questo itinerario. A metà di via Malpighi, al civico numero 3, non potete non vedere la splendida CASA GALIMBERTI.
Per la realizzazione di questo incredibile palazzo, i fratelli Galimberti, diedero l’incarico all’architetto Giovanni Battista Bossi, il quale lo realizzo a cavallo degli anni 1903 e 1905.
La superficie dell’edificio è quasi interamente ricoperta da piastrelle dipinte che disegnano figure maschili e femminili in un intreccio di fiori, foglie e rami. È quell’incontro tra l’uomo del XX secolo e la Natura all’interno della città, che si infittisce nella splendida lavorazione del ferro battuto a opera dell’artigiano Mazzucotelli, maestro del ferro attivissimo a Milano e sui laghi( troviamo suoi bellissimi balconi al Vittoriale di d’Annunzio)
La struttura dell’edificio, sotto all’apparato decorativo, è di per sé molto semplice, adatta allo scopo per cui venne costruita Casa Galimberti. Si trattava infatti di una “casa a reddito”, ovvero di una residenza di appartamenti da mettere in affitto. Quanto può costare un affitto oggi qui, ecco, non credo di volerlo sapere!
Non di rado si trova qualcuno disposto a farvi entrare: il cortile è molto semplice, ma l’androne e le scale sono di rara bellezza!
A pochi passi da Casa Galimberti, ancora in via malpighi, è d’obbligo una tappa a CASA GUAZZONI sempre progettata da Giovanni Battista Bossi. Niente maioliche in questo caso, ma cemento che si trasforma in putti, teste femminili, rami, foglie fin al livello delle finestre che costeggiano la farmacia sottostante, anch’essa dall’interno con antichi arredi e lampade Liberty! Anche qui non mancano i bellissimi balconi intrecciati e fioriti in ferro sempre del Mazzucotelli.
Voltandosi, sulla sinistra di casa Guazzoni in via Frisi troverete l’odierna Biblioteca di Porta Venezia, l’ex Cinema Dumont, struttura del 1902 progettata per ospitare una sala cinematografica da 500 posti. Qui la plasticità di Casa Guazzoni si fa più tenue e delicata, ma ci sono splendidi dettagli che è davvero impossibile non notare, sempre a motivo floreale, che sembrano emergere dalla facciata con delicatezza.
Allontanandosi oltre i caselli daziari di Porta Venezia e superando i Giardini Indro Montanelli in Corso Venezia 47, ci si imbatte nel primo edificio liberty a Milano, PALAZZO CASTIGLIONI, a opera dell’ architetto Sommaruga. Lì, nella via dove si susseguono gli eleganti palazzi settecenteschi, in maniera sfrontata e forse provocatoria si fa spazio questo palazzo dalle dimensioni monumentali, con la sua facciata severa e qualche reminiscenza michelangiolesca, con il bugnato e quella profusione di putti ad alto rilievo. Questa volta alle decorazioni floreali si accosta la presenza scultorea di animali: potrete notare un leone, degli arieti e in alto sul cornicione in rame anche delle gigantesche api! Inconfondibili poi i suoi oblò a piano terra chiusi da un intreccio di ferro battuto.
 
A dare il “benvenuto”, ai lati del portale centrale svettavano la Pace e l’Industria, due statue femminili che anziché dare il benvenuto ai visitatori, posavano dando le spalle (e non solo) ai passanti. Il Palazzo venne così battezzato Cà di Ciapp, e fece scandalo tra i milanesi! Per questo il Castiglioni decise di rimuovere le statue che furono spostate su un’altra casa di Milano la Villa Faccanoni, oggi clinica Columbus, all’interno di un giardino e quindi più discoste.
Essendo Palazzo castiglioni sede di Confcommercio, negli orari di ufficio potete entrare e ammirare le cancellate in ferro battuto, un intreccio di fiori e foglie da non perdere e il meraviglioso scalone d’onore.