Tra esoterismo e bizzarrie architettoniche: Rosazza
Il Piemonte, molti lo sanno, è una terra in cui l’occulto e il soprannaturale sono di casa. Non solo per le leggende legate a Torino, città “magica” per antonomasia, ma anche per i singolari personaggi a cui la regione ha dato i natali, o che semplicemente ha ospitato, nel corso dei secoli.
Tra di loro, un posto d’eccellenza è occupato senza dubbio da Federico Rosazza Pistolet, filantropo biellese, membro della Giovine Italia e poi Senatore del Regno dal 1892, massone con uno spiccato interesse per le scienze occulte e per lo spiritismo. Con la collaborazione dell’amico Giuseppe Maffei, pittore, architetto e medium, a fine Ottocento si fece promotore di un incredibile progetto di rinnovamento urbanistico del suo paese natale, Rosazza, piccolo borgo alpino immerso nel magnifico ambiente naturale della Valle Cervo, nell’attuale provincia di Biella. L’abitato appare oggi come un tranquillo luogo di villeggiatura, che si popola principalmente d’estate e che non manca di suscitare curiosità e una leggera inquietudine per via dell’aura inconsueta che lo pervade, tanto da essere noto come il borgo più misterioso d’Italia.
Riferimenti massonici, alchemici e rosacrociani si fondono con gli stilemi dell’architettura alpina e con le decorazioni neomedievali ed eclettiche degli edifici, ricche di rimandi esoterici, creando un contesto davvero unico in Italia, che per fascino e caratteristiche può essere avvicinato a illustri esempi del genere in Europa, come la famosa Quinta da Regaleira a Sintra, in Portogallo.
Questo basterebbe a suscitare la curiosità dei più, ma non è tutto qui. Tanta era la fede dei due compagni d’avventura nel mondo dell’occulto e dello spiritismo, che prima di approvare o realizzare qualunque progetto, si concedevano la possibilità di chiedere consiglio agli spiriti attraverso sedute medianiche. Attenti, però: non erano entità qualunque quelle che Maffei evocava. Venivano infatti interpellati gli spiriti di persone a cui Rosazza Pistolet era legato da profondo e immortale affetto: Agostino, suo amico e compagno nella Giovine Italia e Ida, la figlia diciassettenne scomparsa prematuramente a causa del vaiolo. Ecco, dunque, che la realizzazione di un grande progetto a favore della comunità divenne forse, per il Senatore, un modo per reagire ai grandi dolori della sua esistenza e un tentativo, estremo e disperato, di mantenere un tramite con gli affetti perduti.
Fu così che, con la costante supervisione delle entità immateriali, fu decisa, nel 1874, l’edificazione di una grande chiesa-tempio sul sito del vecchio cimitero. Gli abitanti del borgo protestarono, ma alla fine furono costretti a trasferire le spoglie dei loro cari nel cimitero nuovo, anch’esso edificato per volontà e a spese di Federico Rosazza: ogni sera al crepuscolo, per tre giorni, dopo i rintocchi dell’Ave Maria, decine di persone, con mezzi propri, riesumarono i corpi dei trapassati e li trasportarono dall’altra parte del fiume, in una mistica e inquietante processione.
Vennero costruiti anche un vero e proprio castello in stile neomedievale, un Palazzo Municipale con torre a merlatura ghibellina e la cittadina fu disseminata di fontane “parlanti” alimentate dalle sorgenti alpine, così denominate perché ognuna è corredata da una frase, da un motto o da simboli esoterici che “parlano” a chi vuole e sa ascoltare.
Ed è davvero così: ancora oggi questo borgo “costruito dagli spiriti” è in grado di parlare a chiunque lo visiti. Qualcuno coglierà il senso più profondo dei suoi arcani simboli di pietra, qualcun altro si soffermerà in superficie, semplicemente ammirandone le bizzarrie architettoniche, qualcun altro ancora si lascerà commuovere dal profondo legame di un uomo illustre con il suo passato e con la sua bellissima valle. Ma nessuno rimarrà indifferente: prima o poi tutti, anche i visitatori più distratti, vi troveranno un particolare su cui non potranno fare a meno di soffermarsi. E forse era proprio questo che il Senatore Rosazza Pistolet avrebbe desiderato, continuare a “parlare” ai posteri nei secoli a venire.