Napoli

Pompei: il Lupanare e la Prostituzione nell’antica città

Eliana Sandretti
di Eliana Sandretti

Tra i tanti argomenti che si potrebbero affrontare riguardo Pompei, ho scelto questo poiché sono state tante le testimonianze ritrovate che hanno reso immediato un approccio archeologico.

Il tabù più antico del mondo

Prima dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Pompei era la città dell’amore libero. La libertà sessuale era maggiore rispetto ai tempi moderni ed i luoghi del piacere non erano ritenuti scabrosi.
La prostituzione non era un crimine, anche se gli schiavi, cioè coloro che la praticavano, vivevano in una condizione di emarginazione ed etichettati come infames, perdendo una serie di diritti, inclusa la facoltà di testimoniare di fronte a un giudice, l’esclusione da ogni carica politica e la partecipazioni ad organi assembleari. L’emarginazione di chi si prostituiva, creava una macchia indelebile, una sorta di condanna, destinata a portarsi anche dopo la morte e poteva anche proiettarsi sui figli, esclusi a loro volta, dalle diverse cariche sociali e politiche.

 

La prostituzione maschile era frequente come quella femminile, era malvista, però, la passività sessuale.

lupanare pompei

Le schiave del sesso

Le prostitute erano schiave, spesso importate dall’Estero, rapite, comprate, vendute. Grazie agli scavi archeologici di Pompei, possiamo ricostruire la vita di queste donne, le loro tariffe, le prestazioni e le recensioni.

Dove lavoravano le schiave che si prostituivano?

Lavoravano in strada, nelle camere in affitto, nelle taverne ed ovviamente nei famosi “lupanare”.
Il Lupanare era composto da 10 stanze, senza arredamento, con poca luce, suddivise in due piani. I letti attaccati alla parete erano di mattoni e sopra vi si poneva un materasso imbottito di paglia.
Nella parte superiore delle porte delle stanze, scene erotiche servivano da catalogo dei servizi che si rendevano. Sulle pareti sono stati ritrovati

circa 150 graffiti e recensioni sulle prestazioni. Al termine del corridoio, una latrina. Non abbiamo certezza su dove avvenivano i pagamenti. Al piano superiore le stanze avevano dei balconi da cui le prostitute

richiamavano l’attenzione dei potenziali clienti che passeggiavano per la strada.

lupanare pompei

Come si proteggevano dai rapporti sessuali?

All’entrata del Lupanare, si potevano acquistare i profilattici usati poi dai clienti. Erano creati con intestini essiccati di pecora e dopo l’uso, lo si lavava e poi lo si riutilizzava.

Le prostitute pagavano le tasse?

La prostituzione poteva essere una fonte di reddito, infatti l’Imperatore Caligola aveva imposto una tassa su tali guadagni anche se non si ha la certezza che tale tassazione fosse calcolata sul guadagno mensile o giornaliero. Probabilmente il provvedimento fiscale di Caligola è stato abolito da Claudio.

I segreti di Pompei non sono solo questi…

Non vi resta che seguirmi tra le strade di Pompei, per vedere le nuove scoperte ed essere portati indietro nel tempo.

Guida turistica di  – Eliana Sandretti

Eliana Sandretti

Ciao! Sono Eliana, napoletana doc, archeologa e guida turistica nella Regione Campania. Amo la mia terra, ricca di arte, storia, cultura e archeologia, ma anche di segreti e misteri tramandati nei secoli. Sono cresciuta viaggiando e dopo aver girovagato con…
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