Conosciamo la, finalmente famosa, piccola-grande isola di Procida.
Capitale della cultura 2022, Procida si impone finalmente al grande pubblico e al turismo globale. Tipica isola del mediterraneo, dal mare cristallino e dai colori cangianti, ricca di storia, la più piccola delle isole del Golfo di Napoli apre i suoi tesori, i suoi monumenti, i suoi scorci fantastici, i suoi profumi e i suoi sapori. Appena si sbarca col traghetto di linea sulla banchina del porto di Marina Grande, il visitatore è subito rapito, stregato da quella luce e quei colori straordinari che riflettono e imprimono alle case, alle finestre, alle loro scale e ai terrazzini balconati quella “vivacità” visiva e cromatica che solo Procida sa ispirare!
Storia, leggenda, mito… Tutto si fonde nel racconto di cosa è ed è stata Procida per i visitatori odierni e passati. Basti pensare ai romanzi ambientati qui, valga per tutti, “L’Isola di Arturo di Elsa Morante” o ai film che qui hanno avuto la loro location d’eccezione. Chi non ricorda le impareggiabili scene de “Il Postino” con Troisi e la Cucinotta nel magnifico scenario del borgo dei pescatori della Corricella?
La parte più alta dell’isola – appena 90 metri – quella fortificata, la Terra Murata, racchiude l’antico borgo e la splendida Abbazia di S. Michele Arcangelo, cuore pulsante della fede e della tradizione religiosa procidana. Ogni pietra qui racconta e trasuda la passione religiosa e civile del popolo dell’isola di Procida, strenue difensore, nel corso dei secoli, del proprio credo e della propria libertà contro le varie invasioni “saracene”, sotto la protezione del santo patrono: S. Michele Arcangelo, che più volte ha messo in fuga i saraceni durante i frequenti assedi all’isola.
Dal belvedere di Terra Murata, che ospita anche il Palazzo d’Avalos che fu, tra l’altro, anche Penitenziario fino al 1988, si può godere di un panorama eccezionale sul Golfo di Napoli, sui dirimpettai Campi Flegrei e finanche su Capri. Scendendo, delizia per gli occhi e per l’anima, la visuale mozzafiato dall’alto del borgo della Corricella: le casette variopinte dei pescatori addossate, quasi a coprirsi, a difendersi l’un l’altra in caso di attacco nemico, sembrano, in quell’esplosione di luce e colori, un presepe che, dall’alto, ognuno di noi pare stia per costruire casetta dopo casetta.
L’altro versante dell’isola con la spiaggia della Chiaiolella merita senz’altro una visita o una passeggiata come pure l’isolotto di Vivara oggi finalmente Riserva naturale statale. Impagabile è senza dubbio una visita ad un tipico giardino isolano tra i sapori ed i profumi del terreno procidano: non si possono non assaggiare “i limoni all’insalata” e i carciofi di Procida, vere prelibatezze tipiche dell’isola. Cosa chiedere di più? Sicuramente è vietato lasciare Procida senza aver gustato gli innumerevoli piatti a base di pesce, il limoncello e il dolce tipico procidano: la lingua di gatto farcita con gustosa crema al limone!