La città di Treviso è nata sull’acqua e vive circondata dall’acqua.
Passeggiando per la città salta subito all’occhio la presenza di fiumi e canali che la rendono quasi una “piccola Venezia”.
Già i primi insediamenti abitativi, risalenti al XIV secolo a.C. trovarono il loro luogo ideale su dei terrazzamenti vicino al fiume Sile. L’acqua dolce era fonte di sostentamento e via di comunicazione e il rialzo naturale del terreno permetteva di controllare la zona circostante.
Da allora l’acqua è sempre stata un elemento imprescindibile del panorama trevigiano.
Sono due i fiumi che contraddistinguono Treviso: il fiume Sile, che lambisce la città a sud, e il Botteniga, che entra in città presso Ponte de Pria e si divide in vari canali, che in città vengono chiamati “Cagnani” (forse storpiatura di canali): il Cagnan Grande o della Pescheria, il Cagnan dei Buranelli e la Roggia/Siletto.
Sia il fiume Sile che il Botteniga sono fiumi di risorgiva: nascono direttamente in pianura.
 
Il fiume Sile nasce a Casacorba, ed è il fiume di risorgiva più lungo d’Europa (circa 90 chilometri). In passato sfociava nella laguna di Venezia, di fronte all’isola di Torcello, ed è per questo che per secoli, durante la dominazione veneziana, è stato utilizzato come via di comunicazione con Venezia. I Veneziani poi decisero di deviare il suo corso nel XVII secolo e ora il fiume Sile sfocia direttamente nel mare Adriatico, nei pressi di Jesolo.
Il nome Sile sembra derivi dal latino Silit, che significa tranquillo/silenzioso. I fiumi di risorgiva, infatti, sono in genere fiumi tranquilli, non soggetti a piene improvvise: hanno portata e temperatura costanti tutto l’anno, e non risentono molto delle perturbazioni atmosferiche.
Le risorgive sono un fenomeno naturale che contraddistingue la pianura veneta, che è divisa in due fasce: la fascia più a nord, collinare, ha un terreno ghiaioso, permeabile, molto arido, mentre la fascia mediana, più argillosa, è impermeabile. Queste caratteristiche fanno sì che l’acqua dei fiumi di montagna ma anche le precipitazioni entrino in profondità nella fascia ghiaiosa, per poi ricomparire nella zona delle risorgive.
A Casacorba, dove nasce il fiume Sile, è possibile visitare il Parco naturale del Sile, dove sono visibili le “polle” da cui nasce il fiume.
È un fenomeno che ha qualcosa di magico, che consiglio a tutti di vedere.
Il fiume Sile svolge un ruolo importantissimo anche per la produzione del famoso radicchio trevigiano, specialità di Treviso dei mesi invernali, e anche per i numerosi allevamenti di trote.
Il Botteniga nasce a nord di Treviso, appena fuori città, e dopo essersi diviso in vari Cagnani e aver attraversato il centro di Treviso, confluisce nel fiume Sile.
Nel punto in cui entra in città esiste un marchingegno ideato dal celebre Frà Giocondo, che attraverso un sistema di chiuse permetteva di deviare il corso del fiume e allagare tutto il perimetro esterno delle mura cittadine, con scopi difensivi.
Fortunatamente questa ingegnosa macchina da guerra non fu mai utilizzata, perché dopo la guerra di Cambrai, a inizio Cinquecento, quando furono costruite le mura difensive tuttora in essere, seguì un periodo di pace molto lungo, la Pax Veneta, che si concluse con la conquista di Napoleone del 1797.
Ma torniamo ai fiumi. È interessante osservare un fenomeno alla confluenza dei vari Cagnani con il fiume Sile. Quando piove molto, l’acqua dei Cagnani che arriva dal centro città assume una colorazione marroncina, perché raccoglie tutta l’acqua di gronda delle abitazioni prospicenti i canali. Il fiume Sile, invece, non attraversando la città, mantiene il suo colore verdino. Si nota quindi che nel punto in cui i Cagnani sfociano nel Sile, le acque non si mescolano immediatamente, ma proseguono il loro corso per decine di metri le une di fianco alle altre.
È il fenomeno citato da Dante Alighieri nella Divina Commedia, nel canto IX del Paradiso: “dove Sile e Cagnan s’accompagna”, che descrive egregiamente il fatto che i due fiumi “si accompagnano” senza mescolare le loro acque immediatamente.
Dante Alighieri soggiornò a Treviso nel XIV secolo, ospite di Gherardo Da Camino, all’epoca Signore della città di Treviso e durante il suo soggiorno osservò questo strano fenomeno.
Alla confluenza del Cagnan Grande con il Sile, la municipalità trevigiana ha voluto porre nel 1865 una stele in ricordo del Sommo Poeta, sul ponte che reca il suo nome, il celebre Ponte Dante.