A Roma esiste un edificio magico, un villino cinquecentesco capace di mostrare ancora oggi larga parte dei suoi affreschi originali, realizzati da grandi maestri come Baldassarre Peruzzi e Raffaello, oltre ad allievi e collaboratori di quest’ultimo. Ma, in particolare, c’è una sala straordinaria perché gioca con le prospettive, con le illusioni.
Andate al secondo piano della cosiddetta Villa della Farnesina, voluta cinque secoli fa dal banchiere e potente Agostino Chigi, e ne vedrete delle belle!
Sarebbe davvero entusiasmante potersi appoggiare a questa balaustra in marmo, affacciandosi per vedere Roma ed i suoi edifici. Già, sarebbe interessante assai se non fosse tutta una finzione! L’intero salone è costellato di finte architetture, finti elementi architettonici ed una finta città, tutti dipinti in modo da creare uno straordinario effetto tridimensionale. E così vediamo le pareti in marmo verde, ricoperta da nicchie aventi statue, i capitelli dorati e le colonne di marmo rosso. Tutto, rigorosamente, dipinto. Tutto studiato da Baldassarre Peruzzi, un grande artista che, come spesso accadeva nel Rinascimento italiano, giocò con le dimensioni e con le prospettive per regalarci qualcosa di unico, come questa sala della Villa della Farnesina a Roma. Questa prospettiva, però, è davvero curata, sin nei minimi dettagli. Provate a guardare in basso, sul pavimento. Vedrete che esso è decorato con dei quadrati rossi e verdi, che si alternano a vicenda. Ebbene, se provate a seguire questo schema geometrico, vedrete che anche i pavimenti affrescati sulle pareti della sala seguono lo stesso, identico, ritmo. Questa è la prospettiva rinascimentale, il creare una terza dimensione dove ce ne possono essere solamente due (come nel caso di un muro). Ma non finisce qui…
Un’altra peculiarità di questa stanza, chiamata “Sala delle Prospettive” non a caso, è data non solo dai finti elementi architettonici che la decorano, non solo dal registro superiore che corre attorno alla sala con la sua pletora di figurine mitologiche, non solo i graffiti sbeffeggiatori lasciati dai Lanzichenecchi nel 1527, durante il terribile saccheggio. Una grande peculiarità della Sala delle Prospettive della Villa Farnesina a Roma è il fatto che sulle pareti siano rappresentati scorci di Roma, come se le mura fosse delle finestre aperte sulla città.
Ma, ovviamente, la città del Cinquecento, il periodo in cui gli affreschi vennero realizzati. E così vediamo, anche se un poco stilizzato comunque, addirittura il Colosseo ed un frammento del vicino acquedotto romano. Vediamo anche, sulla parete di fondo rispetto all’attuale ingresso, un’altra porzione della città completamente…allagata! Assistiamo, mediante questo muro, ad una delle innumerevoli alluvioni che sconvolsero la città di Roma nel corso dei secoli, quando le acque del Tevere spesso e volentieri si rovesciarono oltre gli argini invadendo le strade cittadine.
Ancora oggi Villa Farnesina è molto vicina alle sponde del Tevere, e quindi dobbiamo effettivamente immaginarci come anche l’edificio stesso poteva venire, saltuariamente, allagato.